giovedì 7 settembre 2023

La leggenda del fiume Veseri a Pollena Trocchia

 Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano. Giugno 2023 - Giuseppe Tranchese - Libro Youcanprint 2023 | Libraccio.it

Dal volume "Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano", di Giuseppe Tranchese, viene tratto il brano che segue:

[…] Qualche ora prima di cena, mentre curiosavo nella piccola biblioteca che c’è a casa di nonno, mi sono interessato ad un libro del conte Ambrogino Caracciolo intitolato “Sull’origine di Pollena Trocchia” e come sottotitolo “Sulle disperse acque del Vesuvio e sulla possibilità di uno sfruttamento del monte Somma a scopo turistico”. A cena ho parlato di questo libro con mio padre e gli zii e così ho saputo che non esiste più un corso d’acqua, un tempo chiamato Veseri o Vesere, che dal monte Somma scendeva a valle e, molto probabilmente, segnava anche il confine tra i villaggi di Pollena e Trocchia. Sulla scomparsa di questo torrente, mio padre mi ha raccontato una leggenda che riporto qui di seguito.

«Tanto tempo fa, sulle pendici del monte Somma, una giovane donna di nome Giovanna viveva da sola in una casupola nei boschi, accanto alla sorgente del torrente Veseri. Giovanna amava la natura e dedicava le sue giornate alla raccolta di erbe medicinali, che conosceva molto bene grazie allo studio di un libro ad esse dedicate, e che usava per curare gratuitamente i contadini e le altre persone dei borghi di Pollena e Trocchia. Giovanna si guadagnava da vivere dipingendo icone che rappresentavano la Santissima Trinità e la Vergine Maria di Nazareth.

La giovane donna era molto amata dalla comunità locale per la sua generosità e la sua fede in Dio, ed era sempre pronta ad aiutare chiunque si rivolgesse a lei, curando con amore e dedizione malattie e dolori. Tuttavia, non tutti vedevano di buon occhio la sua opera di bene.

Alcuni notabili dei due borghi, invidiosi del suo talento e della stima che la gente riponeva in lei, complottarono contro Giovanna. Con la complicità di alcuni malvagi contadini, diffusero voci e pettegolezzi, accusandola di essere una strega che faceva uso di magia nera per preparare medicinali e unguenti.

La notizia si diffuse rapidamente e creò scompiglio nelle due comunità di Pollena e Trocchia. La gente, spaventata dalle accuse e manipolata dalle malelingue, iniziò a evitare Giovanna, temendo che la sua presenza potesse arrecare loro sventure. Persino alcuni dei suoi conoscenti e pazienti più fedeli cominciarono a dubitare della sua integrità.

Giovanna, disperata e incapace di difendersi da tali ingiuste accuse, trovandosi di fronte le guardie della milizia cittadina che erano andate presso la sua casupola per arrestarla, si diede alla fuga e per sfuggire alla morte sicura sul rogo e anche per proteggere il bene che aveva fatto alla gente con le sue medicine, decise di trovare rifugio dirigendosi verso un bosco di acacie. Mentre, però, attraversava un ponticello fatto di assi di castagno posto sulla sorgente del Veseri, accanto al quale aveva sempre vissuto, fu in un attimo rapita dalle limpide acque del torrente che subito inghiottirono la giovane Giovanna, con un’enorme onda che si alzò dalla sorgente, scuotendo la terra e facendo tremare gli alberi circostanti. Da quel giorno, il torrente Veseri sparì dal suo letto naturale per immergersi nelle profondità della terra, e portando con sé la purezza e l’amore di Giovanna.

La scomparsa del torrente Veseri ebbe conseguenze terribili per i malvagi contadini e dei due borghi. Prima, infatti, essi potevano beneficiare delle acque cristalline del torrente per le loro colture e per il loro benessere personale. Ma ora, senza le acque del torrente Veseri, le loro terre divennero poco fertili, e i loro campi e frutteti non produssero più ortaggi e frutti abbondanti.

La punizione divina era caduta su di loro, come una risposta alla loro meschinità e alla loro malvagità. Si resero conto troppo tardi di aver perduto una fonte di benedizione e guarigione, che una volta era stata loro offerta da Giovanna, la giovane guaritrice del monte Somma.

Da quel giorno, le acque del Veseri rimasero intrappolate nelle profondità della terra, inaccessibili agli occhi e alle mani degli uomini malvagi. La gente dei borghi circostanti imparò una lezione preziosa sulla fiducia e la bontà, e nel loro cuore rimase vivo il ricordo di Giovanna, la fanciulla che aveva dedicato la sua vita a curare e a confortare il prossimo».

Oggi sono in pochi a conoscere la leggenda di Giovanna e del torrente Veseri, e a ricordarla come un monito contro l’ingiustizia e come un ricordo indelebile dell’amore e della compassione che possono risiedere nel cuore di una semplice donna. Tra qualche giorno con mio padre farò una breve escursione sul monte Somma e con noi dovrebbe venire anche mio zio Giulio. [...]

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Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano. Giugno 2023 - Giuseppe Tranchese - Libro Youcanprint 2023 | Libraccio.it

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