venerdì 15 luglio 2011

Martedì mattina, dopo una visita al cimitero di Massa di Somma (fa sempre bene frequentare un luogo che ci fa ricordare come la nostra vita sia legata a un sottile filo), sono stato a Pironti, una località del comune di Cercola dove sorge un edificio definito "castello" per via della presenza di una torre. Attorno a questo "castello" tante campagne abbandonate e piene di rovi. Pochi i pensionati che ancora curano un appezzamento di terreno. Mentre osservavo la desolazione di quelle terre, pensavo che sarebbe stupendo se l'edificio venisse restaurato e riportato al suo impianto originario, inserendovi, magari, un ristorante in quella che un tempo era la cantina del "castello", delle camere ai piani superiori a disposizione di turisti interessati a visitare Napoli, il Vesuvio e gli scavi di Pompei, mentre i terreni che circondano il "castello" si potrebbero curare piantandovi una pineta marittima, ideale per chi ama frequentare maneggi...
Pollena Trocchia - Da sabato 9 luglio sono a Pollena, ospite a casa di mio padre, insieme a mia moglie e ai miei tre figli. E' un soggiorno tranquillo e rilassante: ho trascorso una giornata a Vietri sul mare e due pomeriggi a Capo Miseno (lido Enea) insieme ai parenti. Nei prossimi giorni visiterò il castello di Baia.

giovedì 23 giugno 2011

Una banca per promuovere lo sviluppo

Pollena Trocchia - In questi giorni, mentre davo un'occhiata ai soliti giornali, che riportavano i soliti discorsi del solito Umberto Bossi che da ventisette anni va in pellegrinaggio a Pontida (ha già ricevuto la grazia di sistemare il figlio Renzo in Regione Lombardia con uno stipendio di circa diecimila euro mensili), pensavo alla mia Pollena Trocchia che ancora non riesce a decollare sotto il profilo socio-economico. Da sempre sono convinto che per arginare il fenomeno Lega nord, e i suoi propositi secessionisti, bisogna agire al Sud. Il Meridione deve liberarsi, e lo può fare, della criminalità organizzata che blocca le attività economiche.

Di tanto in tanto, poi, mi capita di leggere il solito articolo sulle albicocche e sulla possibilità di fare di Pollena un polo turistico. Sono cose belle, ma non saranno queste a fare grande la nostra comunità. Ho amici trevigiani che vengono in vacanza a Napoli e tutti, giustamente, mi dicono che in dieci-quindici giorni (è quanto oggi può permettersi il turista medio) non si possono visitare le meraviglie della città e del golfo di Napoli. Chi va a Napoli ha l'obbligo di visitare il museo archeologico, la reggia di Capodimonte, palazzo Reale, la certosa di San Martino e il castello di Sant'Elmo, castello dell'Ovo, maschio Angioino, Posillipo, e poi ci sono le isole del golfo, gli scavi archeologici a Pompei e ad Ercolano, e tanto altro ancora. In tutto questo, come pensare di portare, anche solo per qualche ora, un turista a Pollena Trocchia?

Le albicocche, poi, perché definirle l'oro di Pollena se ai contadini vengono pagate pochi centesimi, tanto che non vale la pena raccoglierle?

Qui nel Veneto a fare da spina dorsale dell'economia locale sono i crediti cooperativi: piccole banche radicate sul territorio che rastrellano i risparmi dei soci e li investono sostenendo le aziende locali e le famiglie. Nel Veneto i crediti cooperativi sono stati avviati nelle parrocchie, e oggi ci sono piccole banche che, pur contando poche centinaia di soci, lavorano molto bene.

Al Sud abbiamo invece una situazione finanziaria spaventosa: le banche prendono i soldi dei risparmiatori e li portano al Nord. Per chi vive al Sud, infatti, è difficile (anche per chi ha tutte le garanzie di questo mondo) ottenere credito per la propria impresa o per l'acquisto della casa. Al Nord, invece, i prestiti superano i depositi!

A Pollena Trocchia, allora, invece di correre dietro ad albicocche e a stare ore e ore ad ammirare la bella lapide di Donizetti sperando che qualche giapponese ci venga a visitare, pensiamo a creare le condizioni affinché si apra uno sportello di banca Etica oppure di mettere su una piccola banca, sul modello di quelle venete. Un credito cooperativo che abbracci un bacino come può essere, ad esempio, quello dei comuni di Pollena Trocchia, Massa di Somma, Cercola e Volla, e inserendo nello Statuto un articolo che obblighi questa banca a prestare soldi solo ed esclusivamente alle ditte e alle famiglie di questi quattro comuni. Piccoli e medi prestiti per non esporsi troppo alle sofferenze. Anche nei Paesi del Terzo mondo il microcredito funziona e fa nascere tante piccole realtà economiche. Gli imprenditori vesuviani sono capaci e non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi veneti, ma hanno bisogno di quella liquidità e di quel sostegno finanziario che solo una banca può garantire.

Con una piccola banca locale che faccia da motore finanziario, le varie zone industriali – come quella di Pollena che attualmente è solo un campo incolto –, possono davvero diventare delle aree dove si offre lavoro e si produce ricchezza: ed è così che il fenomeno Lega nord va affrontato e sconfitto.

sabato 28 maggio 2011

Il palazzo Valente a Pollena

Pollena Trocchia. Attualmente rientrano nei confini della parrocchia di san Giacomo apostolo anche quei resti di palazzo Valente che si possono vedere nell'omonima cupa. Nei primi decenni del 1700 questa località era denominata Galitti e si estendeva fino a comprendere la massaria dei signori Figliola sita nel casale di San Sebastiano al Vesuvio. Nel 1819 palazzo Valente rientrava nel comune e nella parrocchia di Massa di Somma ed ospitava una cappella dedicata all'arcangelo san Michele tenuta in potere del colono Giuseppe Simioli e avente come cappellano don Tommaso Cautiero. Nel 1784 invece la cappella apparteneva ad Angelo Valente.


San Gennaro 
(particolare di un affresco esistente a Palazzo Valente, foto di Ciro Teodonno)


Questo palazzo doveva essere enorme: dai ruderi ancora esistenti si possono infatti osservare due cortili. Molto probabilmente aveva anche una funzione militare. Nel 1743 in questo palazzo venne ospitato il cardinale Giuseppe Spinelli, arcivescovo di Napoli, intento a visitare le parrocchie della zona. Non è da escludere che in questo palazzo il cardinale Spinelli avesse un proprio appartamento, né che in origine fosse un convento. L'oratorio era lungo trentotto e largo sedici palmi e custodiva una statua del Glorioso S. Michele di marmo bianco con li vestimenti dorati; anche l'altare, dove in una cona era posta la statua dell'arcangelo, era tutto di marmo bianco. La cappella era stata benedetta il 9 marzo 1703 e il sommo pontefice Clemente XI aveva concesso l'indulgenza plenaria ai pellegrini che in occasione della festività di san Michele si recavano in questa cappella.


gruppo di angeli 
(particolare di un affresco esistente a Palazzo Valente, foto di Ciro Teodonno)

In origine l'oratorio era molto più piccolo e proprio per l'affluenza dei pellegrini, i proprietari decisero intorno al 1737 di ingrandirlo allungandolo di circa 10 palmi. Realizzati questi lavori la famiglia Valente ebbe però dei problemi con la curia arcivescovile; infatti l'oratorio si affacciava sulla via pubblica ma attraverso una porta interna alla sagristia comunicava con un cortile del palazzo. Grazie a questo passaggio i proprietari potevano dunque accedere alla cappella senza uscire per la strada; tale comodità consentiva maggiore sicurezza contro i ladri che potevano rubare le suppellettili, i candelieri e le lampade di ottone, in quanto per chiudere ed aprire la porta principale non c'era bisogno di uscire appunto sulla via pubblica. Ed i Valente avevano particolarmente timore di essere aggrediti dai malviventi in quanto il loro palazzo era lontano circa un miglio dall'abitato di Massa. La curia sollevò un problema proprio intorno a questo accesso in relazione all'indulgenza plenaria di cui godeva la cappella.


particolare di un affresco esistente a Palazzo Valente, foto di Ciro Teodonno

I proprietari dovettero allora appellarsi al fatto che in passato, durante le varie visite pastorali, non era mai stata sollevata questa questione, e che tale passaggio non costituiva un mero privilegio ma una necessità, soprattutto quando di notte occorreva recarsi in cappella per assicurarsi che la lampada dinanzi alla statua dell'arcangelo fosse accesa così come era di consuetudine. Dopo aver presentato le proprie ragioni, i proprietari dell'oratorio proposero di non far godere più nel locale della sagrestia l'indulgenza concessa dal pontefice, chiedendo in cambio che venisse tolta l'interdizione alla cappella fatta dalla curia e che si potesse mantenere il passaggio.


particolare di un affresco esistente a Palazzo Valente, foto di Ciro Teodonno

Molto probabilmente nella sagrestia - che era lunga tredici e larga undici palmi - venne collocata una lapide di marmo con la quale si affermava che in detta sagristia non si godeva dell'indulgenza plenaria.


San Gennaro 
(affresco esistente a Palazzo Valente, foto di Ciro Teodonno)


Tra le supppellettili in dotazione alla cappella c'erano due confessionili, segno che in occasione della festività dell'arcangelo Michele, che cade il 29 settembre, si verificava una buona affluenza di pellegrini desiderosi di beneficiare dell'indulgenza plenaria.


Particolare dell'ingresso della cappella di san Michele arcangelo a Palazzo Valente 
(foto di Ciro Teodonno)


Da una fonte orale mi è stato riferito che la statua di san Michele arcangelo fu sottratta dalla cappella di palazzo Valente ai Galitti negli anni 1930-1940. [Carlo Silvano]

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Questo blog è curato da Carlo Silvano, autore di diversi volumi. 
Per informazioni cliccare su Libri di Carlo Silvano 


lunedì 28 marzo 2011

Segnalo il link del blog di Serena Gobbo: le ho rilasciato un'intervista sulla mia attività di scrittore. http://blog.libero.it/librini/10052517.html

sabato 19 marzo 2011

Da Pollena a San Fior per discutere di mobbing

San Fior (Treviso) - Lo scorso 16 marzo sono stato a San Fior, in provincia di Treviso, per partecipare ad un incontro culturale organizzato dall'Amministrazione comunale (Pdl - Lega nord) su "Mobbing e Lavoro", e dedicato alla presentazione di un libro intitolato "Un lavoratore di troppo. Storie di mobbing nella Marca trevigiana", che ho scritto e pubblicato insieme all'amico, e conterraneo, avvocato Agostino La Rana.
Il tavolo dei relatori era stato addobbato con le bandiere nazionali e, guardandole, ho provato una strana emozione: quella di essere un italiano, un campano che ha lasciato la propria terra per trasferirsi in Veneto e, in questa regione, chiamato a dare il proprio contributo per fare cultura e promuovere la solidarietà tra i colleghi sul posto di lavoro. In effetti, il libro pubblicato con Agostino parla di un problema molto sentito nella provincia di Treviso e, a scriverlo, sono stati due napoletani, cioè io e Agostino. Non solo! Per la pubblicazione di questo libro è intervenuta una piccola casa editrice partenopea, ovvero Ogm editore di Cercola (comune dove sono nato!).

Pensavo a queste cose mentre gli altri relatori facevano i loro interventi e poi, quando è arrivato il mio turno, ho posato per un attimo prima lo sguardo su un tricolore, e poi sul pubblico trevigiano che avevo davanti: è stato proprio un attimo... e fiero delle mie origini campane ho iniziato a parlare. Alla fine del mio intervento il pubblico presente in sala (circa 170 persone, per lo più avvocati) ha applaudito con calore, ma io, in quel momento, col tricolore che avevo dinanzi, ero intento a ricordare il volto di tutte le persone che ho conosciuto e stimato a Pollena, paese dove ho vissuto per trentadue anni e dove ho imparato il senso dell'onestà e della legalità.

Altre info nel blog http://mobbingtreviso.blogspot.com/

domenica 2 gennaio 2011

Continua il mio soggiorno "pollenatrocchiese" con una giornata trascorsa in famiglia a Montefalcione, in provincia di Avellino.
Dal 31 dicembre 2010 al 7 gennaio 2011 sono a Pollena!

Il primo gennaio da don Michele Esposito, parroco ai Vergini di Napoli, quartiere storico di Napoli. In occasione delle feste natalizie è stato realizzato - all'interno della chiesa - un presepe molto particolare: come grotta è stato allestito un faro.