martedì 19 maggio 2020

La bambina della masseria Rutiglia

POLLENA TROCCHIA - Ieri ho chiuso in tipografia un mio libretto di cento pagine: è un romanzo breve ambientato nella masseria "Rutiglia" tra Cercola e Pollena Trocchia durante la Seconda guerra mondiale. Il titolo del libretto è "La bambina della masseria Rutiglia". Qui di seguito la prefazione scritta da mia nipote Carmela.

Prefazione
di Carmela Silvano

Nel territorio napoletano non è raro trovare ancora, disseminate nelle campagne, antiche masserie ereditate da un tempo lontano, quando questi agglomerati di abitazioni e stalle erano circondate da enormi distese di campi coltivati e sporadiche casupole. La masseria Rutiglia non fa eccezione anche se in questi ultimi decenni il suo territorio è stato stravolto: oggi, infatti, si presenta con zone che erano state tolte ai coloni e poi abbandonate, mentre in altre zone si evidenziano costruzioni e manufatti con qualche capannone artigianale. Al di là di questo scempio, essa è ancora lì, al confine tra due comuni della provincia di Napoli, Cercola e Pollena, il cui confine le passa accanto. Se volessimo visitarla dovremmo percorrere la strada provinciale che da Cercola conduce a Sant’Anastasia e svoltare in una stradina sterrata – probabilmente rimasta immutata da tempi immemori – nella zona di San Gennariello, frazione di Pollena. Qui ci sembra quasi di fare un salto nel passato e nel silenzio della campagna, lontano dal caos della cittadina lasciata alle spalle e si ha la sensazione di sentire i passi svelti della nostra protagonista. Immaginiamo quindi di trovarci nella campagna napoletana di quasi ottant’anni fa: è una mattina piovigginosa e siamo nel pieno della Seconda guerra mondiale. Carmelina una bimbetta di undici anni sta rincasando dopo essere andata a prendere il latte presso la stalla dei nonni materni. Felice di poter fare colazione con qualcosa di caldo dopo il digiuno del giorno precedente, si affretta per quella stradina piena di pozzanghere. La nostra protagonista è una bimba curiosa e pur mantenendo un’andatura veloce i suoi occhi si soffermano sulle immagini familiari che rievocano i ricordi della sua infanzia, ricordi che lei, non sa ancora, resteranno indelebili e saranno spunto proprio per questi racconti. Quanto segue, infatti, non è una storia biografica, ma bensì aneddoti della vita di Carmelina che hanno ispirato l'autore, e figlio della protagonista, che ha voluto dar loro una dimensione concreta, in un passato che è arrivato a noi solo attraverso i ricordi di chi lo ha vissuto.
I capitoletti si susseguono seguendo una logica simile ai ricordi, creando un parallelismo con la protagonista bambina e adulta. Bastano poche e semplici immagini, come un muretto di cinta e un albero di nespole, a dar vita a ricordi felici come la scuola, la sua maestra e la bella stagione passata nei campi con tutta la famiglia e i vicini. Ci viene mostrato un quadro fatto di semplice devozione, duro lavoro, resilienza alla fame e alla povertà. Gli aneddoti semplici e brevi ci descrivono un’epoca dove bisognava darsi da fare se non si voleva soccombere.
I dolci ricordi di caramelle ai frutti distribuite dalla maestra si intrecciano però a quelli più aspri di inverni passati a digiuno o, peggio, a quelli che sono legati ad una storia che conosciamo fin troppo bene. Attraverso i ricordi di una bambina riconosciamo quei cruenti momenti che abbiamo studiato nei libri di storia, ne abbiamo imparato gli avvenimenti, le date, ma che mai potremmo comprendere senza queste piccole perle di memoria. Ecco che i ricordi ci fanno vivere in prima persona immagini spaventose di uomini costretti a scavare buchi nella terra per nascondersi dai soldati nemici, vecchi che con carrettini raccolgono i corpi senza vita dei propri figli dalla strada, oppure terribili esplosioni che seminano il panico nella comunità. Sarà proprio la nostra protagonista che, anni dopo, usando poche parole ben ponderate come soleva sin da bambina, a dire che ‹‹la guerra è una tragedia: speriamo che non si ripeta più››.

Per informazioni sul libro cliccare su La bambina della masseria Rutiglia