venerdì 3 novembre 2023

Sito delle "Fontanelle" sul monte Somma, eseguita una prima pulizia

 

Dall'amico Erasmo Mercogliano ho ricevuto due foto riguardanti località "Fontanelle" sul monte Somma. Alcuni mesi fa questo sito  era ingombro di rifiuti abbandonati. Le foto che seguono mostrano che il sito è stato bonificato e ciò viene accolta come una buona notizia!




mercoledì 4 ottobre 2023

Riqualificare le aree urbane degradate e recuperare l’ex convento delle Carmelitane a Pollena Trocchia

 

Occorre riqualificare le aree urbane degradate

e recuperare strutture come l’ex convento

delle Carmelitane a Pollena Trocchia

La provincia di Napoli, con i suoi comuni a nord della città e quelli dell'area vesuviana, è una delle regioni più densamente popolate della Campania. Questa densità abitativa ha portato a un'estesa urbanizzazione delle aree circostanti, spesso senza un adeguato piano di sviluppo e una gestione oculata del territorio. Alcuni comuni, come San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Cercola, Pollena Trocchia, Massa di Somma e Sant'Anastasia, hanno visto crescere un certo numero di fabbricati che ora sono inutilizzati, spesso privi di valore storico e architettonico. Questi “ecomostri” rappresentano un problema sia estetico che funzionale, minando la qualità della vita delle comunità locali. 

 Uno dei problemi più evidenti in queste aree è la presenza di ecomostri, cioè fabbricati inutilizzati, spesso abbandonati, e in alcuni casi mai terminati come i capannoni che dovevano sorgere nell’area industriale del comune di Pollena Trocchia, e che oggi deturpano il paesaggio. Uno degli esempi più noti è il cosiddetto “ecomostro” al parco Europa di Pollena Trocchia. Questo edificio, mai terminato e abbandonato da anni, è diventato un simbolo di degrado urbano e sfigura l’immagine del comune. 

 La demolizione di edifici come questo è probabilmente una soluzione necessaria per liberare spazio, e ripristinare la bellezza delle aree fortemente urbanizzate. Tuttavia, la demolizione non dovrebbe essere l’unica opzione. È importante identificare gli edifici con potenziale storico o architettonico da preservare e ristrutturare per un nuovo scopo, contribuendo così a mantenere un legame con il passato delle comunità locali. 

 Una delle priorità nella riqualificazione delle aree urbane dovrebbe essere il benessere delle comunità locali. In particolare, esiste una necessità crescente di strutture che servano le esigenze delle persone. Un esempio di questa prospettiva può essere trovato nell'ex convento delle carmelitane a Pollena Trocchia. Questo edificio, abbandonato da anni, potrebbe essere ristrutturato e riconvertito in una comunità di accoglienza per i padri divorziati o per altre fasce di popolazione in difficoltà a reperire un alloggio

 Questo tipo di iniziativa non solo fornirebbe un supporto vitale a coloro che ne hanno bisogno, ma contribuirebbe anche a preservare il patrimonio storico e architettonico della regione. La ristrutturazione di edifici storici per scopi sociali può rappresentare un esempio positivo di come la storia e la modernità possano coesistere per il beneficio di tutti. 

(a cura di Carlo Silvano)

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mercoledì 27 settembre 2023

Il calabrone orientalis: un insetto di origine straniera con impatti nocivi sulla nostra apicoltura e la sicurezza dell’uomo

 

Il calabrone orientalis:

un insetto di origine straniera

con impatti nocivi sulla nostra apicoltura

e la sicurezza dell’uomo

Durante una recente escursione e sul monte Somma, in provincia di Napoli, ho avuto modo di osservare la presenza di un calabrone orientalis (nella foto qui sopra una trappola per calabroni "vespa orientalis" realizzata da un apicoltore vesuviano). In effetti, negli ultimi decenni l’ecosistema italiano è stato testimone di una serie di cambiamenti, tra cui l'arrivo di specie che hanno avuto un impatto significativo sulla flora e fauna locali. Uno di questi invasori è, appunto, la Vespa orientalis, che rappresenta, come mi ha confermato un apicoltore, una seria e crescente minaccia per l’apicoltura e la sicurezza umana.

Il calabrone orientalis è noto per essere un predatore aggressivo delle api europee. Le sue dimensioni imponenti e la sua abilità nel cacciare le api lo rendono un nemico formidabile per gli alveari. Quando un calabrone individua un alveare, entra in azione per catturare le api. Questo comportamento può portare a una significativa diminuzione della popolazione di api in un’area, influenzando negativamente la produzione di miele.

Inoltre, il calabrone vespa orientalis ha dimostrato una predilezione per nutrirsi di larve di api, il che può avere un impatto devastante sulla crescita e la riproduzione delle colonie. Questo si traduce anche in una diminuzione della produzione di miele e nell’indebolimento delle comunità apistiche.

Oltre ai danni causati all’apicoltura, il calabrone orientalis presenta anche una minaccia per la sicurezza umana. Le sue dimensioni e la sua aggressività lo rendono pericoloso per gli individui che si avvicinano ai suoi nidi. Le punture di questa specie di calabrone possono essere dolorose e, in rari casi, possono causare reazioni allergiche gravi.

La minaccia maggiore per l'uomo è rappresentata dalle punture multiple, poiché il calabrone orientalis è noto per essere aggressivo quando si sente minacciato. È importante notare che, anche se le punture di calabrone sono raramente fatali, possono essere pericolose per le persone allergiche o per chi riceve numerose punture.

Data la minaccia che il calabrone orientalis rappresenta per l'apicoltura e la sicurezza umana, è fondamentale adottare misure per limitarne la diffusione. La sua presenza in Italia richiede una risposta coordinata da parte delle autorità locali, degli apicoltori e della cittadinanza.

Sorveglianza e controllo: è essenziale istituire programmi di sorveglianza per monitorare la diffusione del calabrone orientalis. Gli apicoltori possono contribuire segnalando i nidi e gli avvistamenti alle autorità competenti. Inoltre, il controllo diretto dei nidi è necessario per limitare la loro proliferazione.

Sensibilizzazione pubblica: informare il pubblico sui rischi legati al calabrone orientalis è cruciale. Le persone dovrebbero essere istruite su come riconoscerlo e come comportarsi in caso di avvistamento. Questo può contribuire a ridurre gli incidenti e promuovere la partecipazione nella segnalazione dei nidi. 

Collaborazione tra apicoltori: gli apicoltori dovrebbero lavorare insieme per proteggere le loro colonie da questa minaccia comune. La condivisione di informazioni e l’adozione di misure preventive possono aiutare a preservare l’apicoltura locale.

In conclusione, il calabrone orientalis rappresenta una grave minaccia per l’apicoltura italiana e la sicurezza umana. Per preservare le api e garantire la sicurezza delle persone, è fondamentale adottare misure preventive e di controllo col sostegno delle Istituzioni pubbliche. 

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venerdì 22 settembre 2023

Monte Somma, escursione lungo la "via delle baracche"

A primi di settembre di quest’anno abbiamo avuto modo di compiere un’escursione sul monte Somma. In particolare, abbiamo avuto l’occasione di percorrere la “via delle baracche” partendo da un punto della strada asfaltata che conduce al cratere del Vesuvio. Per un lungo tratto la larghezza di questa stradina sterrata, ovvero la “via delle baracche”, consentirebbe il passaggio anche a degli autoveicoli, ma ciò non è possibile per la presenza di rovi e di tronchi di alberi caduti sul percorso. Comunque, appena si inizia a camminare lungo il versante del monte Somma, si resta meravigliati per la folta presenza dei boschi e per la varietà degli alberi. Qualche cartello posto lungo il percorso informa che il monte Somma ha un patrimonio floreale molto ricco, con la presenza di alberi come castagni, noccioli, roverelle, betulle, carpino nero, aceri e ontani napoletani. 

La “via delle baracche” è praticamente pianeggiante e se venisse ripulita e resa agibile, potrebbe essere percorsa facilmente anche da famiglie con bambini. 

Man mano che si cammina lungo il versante della montagna si possono scorgere il golfo e la città di Napoli, ma anche i centri abitati di San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Pollena, Trocchia, Guindazzi, Madonna dell’Arco, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana. Ad un certo punto da stradina sterrata la “via delle baracche” si restringe per diventare un semplice sentiero. 

Il nostro cammino è stato interrotto quando arrivati in un punto panoramico che consentiva la vista delle cave della località “Tuoro” (frazione di Caserta), il sentiero è risultato impraticabile a causa di una frana, ed era molto pericoloso provare ad avanzare lungo il versante per la presenza di un burrone. Se non ci fosse stato questo ostacolo avremmo potuto raggiungere il versante che si affaccia sul comune di Terzigno. 

Percorrendo la “via delle baracche” abbiamo notato un solo manufatto, probabilmente realizzato per la raccolta delle acque piovane, e non abbiamo trovato la nota “vasca” delle Fontanelle a causa della folta vegetazione. Inoltre, sembra che dalla “via delle baracche” non vi sia alcun sentiero che possa consentire ai visitatori di salire verso la punta “Nasone”, ovvero la cima più alta del monte Somma. 

Per valorizzare il monte Somma e renderlo fruibile per le famiglie che abitano sia nei paesi vesuviani che nella città di Napoli, occorrerebbe avviare una seria pulizia e la messa in sicurezza dei sentieri, e anche realizzare nuovi percorsi utili a raggiungere la cima “Nasone”.

(Erasmo Mercogliano e Carlo Silvano)

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domenica 17 settembre 2023

L’assessore con le tessere chiuse in un cassetto (racconto breve)

 

(il monte Somma) 

In paese tutti lo chiamavano Giggino. Era il vezzeggiativo del suo nome. Giggino quando era ragazzo, Giggino quando faceva l’operaio in una raffineria, Giggino quando nelle discussioni che si svolgevano nella locale sezione del Partito comunista faceva interventi che nessuno capiva perché contorti e fuori tema, e ora che era pensionato e faceva l’assessore alla Nettezza urbana lo chiamavano ancora Giggino.

Il “muro di Berlino” era caduto solo da qualche anno e le tessere del PCI che nella sua lunga vita Giggino aveva raccolto anno dopo anno, erano finite tutte in un cassetto chiuso a chiave di una scrivania. Con una lista civica guidata da un avvocato che in paese conoscevano tutti, erano state vinte le elezioni amministrative e Giggino si era ritrovato a fare l’assessore, ed era assessore anche quella tiepida mattina di giugno quando, seduto davanti a un tavolino del “Caffè Rossini”, contemplava il monte Somma che gli stava davanti.

- “Buongiorno Giggino”, disse ad un tratto il signor F.P., titolare dell’azienda che in paese aveva vinto l’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani.

Giggino si voltò verso F.P. e sorrise.

- “Ho ordinato il caffè e un cornetto anche per lei, signor assessore”, affermò F.P.

- “Hai fatto bene… hai fatto proprio bene”, rispose Giggino e aggiunse un altro sorriso.

F.P. era una persona pratica, uno che non si perdeva in inutili giri di parole, e così andò subito al cuore della questione, e disse:

- “Assessore, io per darvi i soldi che mi avete chiesto devo licenziare un padre di famiglia”.

Giggino non si scompose. Le lunghe discussioni fatte nella sezione del Partito Comunista Italiano lo avevano preparato bene ad affrontare tutte le questioni che si potessero presentare quando si parlava di politica, e dopo essersi bagnato le labbra con la lingua, rispose:

- “Se è davvero un buon padre di famiglia troverà certamente un altro lavoro per portare avanti i figli che ha voluto mettere al mondo”, e così dicendo si accese una sigaretta.

F.P. pur sapendo che l’assessore era un tipo duro e pronto a calpestare tutto e tutti, provò a giocare un’altra carta, e aggiunse:

- “Per darvi quei soldi io mi troverò con un operaio in meno e ciò farà sorgere dei disservizi: la raccolta della spazzatura non potrà essere sempre assicurata, e la cittadinanza si lamenterà…”.

- “Non ti preoccupare. Lascia stare. La gente non fa altro che lamentarsi, e alle lamentele ci penso io. Quando ci saranno dei sacchetti di spazzatura lasciati per strada, la gente verrà al municipio, e al municipio ci stai tu o ci sono io? Ci sono io al municipio, e allora tu non ti preoccupare. Magari qualche mese prima delle future elezioni si fa il servizio di raccolta con più attenzione, e così vai avanti tu con l’appalto e vado avanti io con l’assessorato”.

F.P. annuì amaramente e concluse:

- “Se le cose stanno così, aprite la portiera della vostra auto che dietro al sedile vi lascio una busta con i soldi che mi avete chiesto”.

- “La portiera è già aperta e l’auto è quella di colore rosso che sta davanti a noi”, e così dicendo indicò un auto a poche decine di metri dal tavolino dov’erano seduti.

F.P. si alzò fece un cenno di saluto e si avviò verso l’auto di colore rosso, ma fece solo pochi passi che Giggino disse:

- “Hai pagato il caffè?”.

F.P. si voltò e rispose:

- “Si, signor assessore: vi ho pagato il caffè e pure il cornetto”.

Giggino sorrise soddisfatto e per un attimo pensò a tutte quelle tessere di partito che stavano ben chiuse in un cassetto.

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giovedì 14 settembre 2023

Erasmo Mercogliano, occorre bonificare e valorizzare località "Fontanelle" a Pollena Trocchia

 

Bonificare, salvaguardare e valorizzare

località Fontanelle a Pollena Trocchia

Pollena Trocchia. Il Parco Nazionale del Vesuvio è una delle gemme naturalistiche della Campania, ma ci sono purtroppo delle vaste aree, come sul versante del monte Somma nel comune di Pollena Trocchia, che la sua bellezza sta subendo un preoccupante deterioramento. Sentieri impraticabili a causa della presenza di rovi ed erbacce incontrollate, nonché la presenza di rifiuti ingombranti e carcasse di auto, minacciano l’integrità di questo prezioso ecosistema ed impediscono ai cittadini di compiere delle salutari escursioni. È giunto però il momento che l’Ente parco si attivi per proteggere e preservare questo straordinario patrimonio naturalistico. Qui di seguito riporto una breve intervista rilasciatami dall'ambientalista Erasmo Mercogliano, il quale sin da ragazzo è un appassionato del monte Somma e del Vesuvio e spesso compie delle escursioni nelle aree del parco e ha scattato le foto presenti in questo articolo che riguardano la zona delle "Fontanelle".

Erasmo Mercogliano, secondo te il patrimonio di questo parco è in pericolo? 

 Purtroppo devo dirti di sì, ma prima precisiamo che il Parco Nazionale del Vesuvio, istituito il 5 giugno del 1995, custodisce una ricchezza naturale e storica unica. La sua posizione nella provincia di Napoli lo rende un’importante risorsa per l’ecoturismo e la fruizione da parte della comunità locale. Tuttavia, sul versante di Pollena Trocchia, alcune aree stanno soffrendo di gravi problemi ambientali. I sentieri, un tempo accessibili e ben tenuti, sono diventati intrappolati in un intrico di rovi ed erbacce che impediscono ai visitatori di godere pienamente di questa meravigliosa natura.


 
Si può parlare di inquinamento visivo e ambientale? 

 Sì, perché la presenza di carcasse di auto, pneumatici abbandonati e altri rifiuti ingombranti nelle aree come quella delle “Fontanelle” che ho avuto modo di ispezionare in questi giorni, è un affronto all’ambiente e alla bellezza naturale del Vesuvio. Questi rifiuti non solo deturpano il paesaggio, ma causano gravi danni all’ecosistema circostante, rilasciando sostanze tossiche nel suolo e nell’aria soprattutto quando si verificano forte piogge. Inoltre, rappresentano un impatto negativo sull’immagine del parco e sulle attività turistiche locali.

 Qual è il ruolo dell’Ente Parco? 

 A mio avviso, l’ente parco del Vesuvio ha il dovere di proteggere e conservare questo territorio per le generazioni future. È essenziale che si impegni in azioni concrete per affrontare i problemi esistenti.


 
Quali azioni l’Ente Parco dovrebbe promuovere? 

 In primo luogo, dovrebbe avviare una seria manutenzione dei sentieri, così da renderli nuovamente accessibili ai visitatori. Questo garantirà una fruizione sicura e piacevole del parco. In secondo luogo, ripulire e bonificare le aree inquinate, organizzando campagne di pulizia per rimuovere le carcasse di auto, i pneumatici e gli altri rifiuti abbandonati. Inoltre, è fondamentale promuovere l’educazione ambientale per prevenire ulteriori abbandoni…

 Bisognerebbe anche aumentare la sorveglianza e applicare le leggi... 

 Certo. Occorre rafforzare la sorveglianza delle aree del parco e applicare sanzioni rigorose per chi danneggia l’ambiente scaricando rifiuti. In conclusione, il Parco Nazionale del Vesuvio è un patrimonio inestimabile che deve essere salvaguardato e preservato anche per le future generazioni. È essenziale, a mio avviso, che l’Ente parco e il Comune di Pollena Trocchia agiscano in modo collaborativo e deciso per risolvere i problemi ambientali esistenti e garantire un futuro sostenibile per questa meravigliosa area. Solo attraverso un impegno congiunto e azioni concrete possiamo preservare la bellezza e l’integrità del monte Somma e del Vesuvio. (a cura di Carlo Silvano)

mercoledì 13 settembre 2023

Promuovere il turismo sul monte Somma: investire nella pulizia e sicurezza dei sentieri


Pollena Trocchia. La provincia di Napoli è rinomata per la sua bellezza naturale e il suo ricco patrimonio storico, e il monte Somma rappresenta uno dei tesori nascosti della regione Campania. Tuttavia, il suo potenziale turistico rimane in gran parte inutilizzato a causa delle difficoltà nel percorrere i sentieri che lo attraversano. Recentemente, con l’amico Erasmo Mercogliano, ho avuto modo di fare un’escursione sul monte Somma e di percorrere, in particolare, quella che viene chiamata come “via delle baracche”. Per favorire il turismo sul monte Somma occorre la pulizia e la messa in sicurezza dei sentieri, offrendo così un'opportunità per le persone di tutte le età di godere della sua bellezza naturale e dei suoi benefici per la salute.
 Il monte Somma è una gemma nel cuore della Campania, situato nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, e offre una vista panoramica mozzafiato del golfo e della città di Napoli. Oltre alle viste spettacolari, il monte Somma è anche noto per la sua ricca ricca vegetazione, che lo rende un autentico polmone verde in una regione altamente urbanizzata.
 Nonostante il suo potenziale il monte Somma rimane, però, in gran parte sotto-sfruttato come destinazione turistica. Il principale ostacolo è rappresentato dalle condizioni dei sentieri che attraversano la montagna. Al giorno d’oggi questi sentieri sono spesso invasi da rovi e ostacolati da tronchi d’alberi caduti, rendendoli impraticabili per la maggior parte delle persone. Questo rappresenta un’opportunità persa per la città di Napoli e i comuni vesuviani.
 Per sfruttare appieno il potenziale turistico del monte Somma, è necessario un intervento immediato da parte dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio per la pulizia, il riassetto e la messa in sicurezza dei sentieri. Questo lavoro non solo consentirebbe alle persone di tutte le età di esplorare la bellezza naturale del monte Somma, ma avrebbe anche numerosi altri vantaggi.
 Passare del tempo all’aria aperta, immersi nella natura, è noto per i suoi benefici per la salute fisica e mentale. Le passeggiate sul monte Somma offrono l’opportunità di sfuggire alla frenesia della vita quotidiana, rilassarsi e godersi la tranquillità della montagna. Queste attività fisiche all’aria aperta contribuiscono a migliorare la forma fisica, a ridurre la stanchezza mentale e a favorire il benessere generale.
 
 Incentivare il turismo sul monte Somma avrebbe anche un impatto economico positivo sulla regione. L’afflusso di visitatori porterebbe a un aumento delle entrate per le imprese locali, come ristoranti, negozi, maneggi e strutture ricettive. Questo potrebbe creare nuove opportunità di lavoro e sostenere l'economia locale.
 Il monte Somma rappresenta, in conclusione, una risorsa straordinaria per la provincia di Napoli, ma il suo potenziale turistico rimane in gran parte inutilizzato a causa delle condizioni dei sentieri. Investire nella pulizia e nella messa in sicurezza di questi sentieri è essenziale per incentivare il turismo e consentire alle persone di tutte le età di godere della bellezza naturale del monte Somma. Inoltre, questo miglioramento avrebbe un impatto positivo sulla salute e l’economia della regione, rendendo il monte Somma una destinazione attraente per i visitatori locali e internazionali.
 
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sabato 9 settembre 2023

Per favore o per dovere civico?

  

(un'immagine dei paesi vesuviani visti dal monte Somma)

Recentemente passeggiando per una tranquilla strada nel comune di Cercola, mi sono imbattuto in un cartello che, con toni gentili e parole come “per favore” e “grazie”, invitava i cittadini a non abbandonare rifiuti davanti alle abitazioni e a raccogliere gli escrementi dei propri cani. Mentre la mia prima reazione potrebbe sembrare di affetto per la gentilezza, in realtà ho provato una sensazione di turbamento. Questo turbamento non è dovuto a una reazione contro la gentilezza in sé, ma piuttosto alla necessità di riconsiderare come ci rapportiamo al nostro dovere civico e al rispetto per la comunità.

La gentilezza e la cortesia sono valori importanti, e non vi è nulla di male nell’invitare le persone a fare le cose con gentilezza e gratitudine. Tuttavia, quando si tratta di questioni di igiene pubblica e decoro urbano, dovremmo riflettere più a fondo sulle parole che usiamo e sulle aspettative che abbiamo nei confronti dei cittadini. Non dovremmo dover “pregare” o “ringraziare” qualcuno affinché rispetti il nostro ambiente e la dignità delle nostre case.

L’abbandono di rifiuti e l’ignorare gli escrementi dei cani non sono solo comportamenti incivili, ma rappresentano una mancanza di rispetto per se stessi e per la comunità in cui viviamo. Non è una questione di fare un “favore” agli altri, ma piuttosto di compiere un dovere civico. Questo dovere non dovrebbe richiedere gentili richieste o ringraziamenti; dovrebbe essere una responsabilità intrinseca che ciascun cittadino dovrebbe sentire di adempiere.

Rispettare l'ambiente urbano significa garantire un ambiente pulito e piacevole per tutti. È un segno di civiltà e maturità collettiva. Non dovremmo aver bisogno di cartelli che ci “pregano” di rispettare queste norme di base. Dovremmo farlo automaticamente, senza bisogno di richiami.

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giovedì 7 settembre 2023

La leggenda del fiume Veseri a Pollena Trocchia

 Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano. Giugno 2023 - Giuseppe Tranchese - Libro Youcanprint 2023 | Libraccio.it

Dal volume "Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano", di Giuseppe Tranchese, viene tratto il brano che segue:

[…] Qualche ora prima di cena, mentre curiosavo nella piccola biblioteca che c’è a casa di nonno, mi sono interessato ad un libro del conte Ambrogino Caracciolo intitolato “Sull’origine di Pollena Trocchia” e come sottotitolo “Sulle disperse acque del Vesuvio e sulla possibilità di uno sfruttamento del monte Somma a scopo turistico”. A cena ho parlato di questo libro con mio padre e gli zii e così ho saputo che non esiste più un corso d’acqua, un tempo chiamato Veseri o Vesere, che dal monte Somma scendeva a valle e, molto probabilmente, segnava anche il confine tra i villaggi di Pollena e Trocchia. Sulla scomparsa di questo torrente, mio padre mi ha raccontato una leggenda che riporto qui di seguito.

«Tanto tempo fa, sulle pendici del monte Somma, una giovane donna di nome Giovanna viveva da sola in una casupola nei boschi, accanto alla sorgente del torrente Veseri. Giovanna amava la natura e dedicava le sue giornate alla raccolta di erbe medicinali, che conosceva molto bene grazie allo studio di un libro ad esse dedicate, e che usava per curare gratuitamente i contadini e le altre persone dei borghi di Pollena e Trocchia. Giovanna si guadagnava da vivere dipingendo icone che rappresentavano la Santissima Trinità e la Vergine Maria di Nazareth.

La giovane donna era molto amata dalla comunità locale per la sua generosità e la sua fede in Dio, ed era sempre pronta ad aiutare chiunque si rivolgesse a lei, curando con amore e dedizione malattie e dolori. Tuttavia, non tutti vedevano di buon occhio la sua opera di bene.

Alcuni notabili dei due borghi, invidiosi del suo talento e della stima che la gente riponeva in lei, complottarono contro Giovanna. Con la complicità di alcuni malvagi contadini, diffusero voci e pettegolezzi, accusandola di essere una strega che faceva uso di magia nera per preparare medicinali e unguenti.

La notizia si diffuse rapidamente e creò scompiglio nelle due comunità di Pollena e Trocchia. La gente, spaventata dalle accuse e manipolata dalle malelingue, iniziò a evitare Giovanna, temendo che la sua presenza potesse arrecare loro sventure. Persino alcuni dei suoi conoscenti e pazienti più fedeli cominciarono a dubitare della sua integrità.

Giovanna, disperata e incapace di difendersi da tali ingiuste accuse, trovandosi di fronte le guardie della milizia cittadina che erano andate presso la sua casupola per arrestarla, si diede alla fuga e per sfuggire alla morte sicura sul rogo e anche per proteggere il bene che aveva fatto alla gente con le sue medicine, decise di trovare rifugio dirigendosi verso un bosco di acacie. Mentre, però, attraversava un ponticello fatto di assi di castagno posto sulla sorgente del Veseri, accanto al quale aveva sempre vissuto, fu in un attimo rapita dalle limpide acque del torrente che subito inghiottirono la giovane Giovanna, con un’enorme onda che si alzò dalla sorgente, scuotendo la terra e facendo tremare gli alberi circostanti. Da quel giorno, il torrente Veseri sparì dal suo letto naturale per immergersi nelle profondità della terra, e portando con sé la purezza e l’amore di Giovanna.

La scomparsa del torrente Veseri ebbe conseguenze terribili per i malvagi contadini e dei due borghi. Prima, infatti, essi potevano beneficiare delle acque cristalline del torrente per le loro colture e per il loro benessere personale. Ma ora, senza le acque del torrente Veseri, le loro terre divennero poco fertili, e i loro campi e frutteti non produssero più ortaggi e frutti abbondanti.

La punizione divina era caduta su di loro, come una risposta alla loro meschinità e alla loro malvagità. Si resero conto troppo tardi di aver perduto una fonte di benedizione e guarigione, che una volta era stata loro offerta da Giovanna, la giovane guaritrice del monte Somma.

Da quel giorno, le acque del Veseri rimasero intrappolate nelle profondità della terra, inaccessibili agli occhi e alle mani degli uomini malvagi. La gente dei borghi circostanti imparò una lezione preziosa sulla fiducia e la bontà, e nel loro cuore rimase vivo il ricordo di Giovanna, la fanciulla che aveva dedicato la sua vita a curare e a confortare il prossimo».

Oggi sono in pochi a conoscere la leggenda di Giovanna e del torrente Veseri, e a ricordarla come un monito contro l’ingiustizia e come un ricordo indelebile dell’amore e della compassione che possono risiedere nel cuore di una semplice donna. Tra qualche giorno con mio padre farò una breve escursione sul monte Somma e con noi dovrebbe venire anche mio zio Giulio. [...]

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Per informazioni sul volume cliccare sul seguente collegamento: Diario partenopeo di Giuseppe Tranchese Il volume si può ordinare in tutte le librerie fisiche e in rete, come ad esempio su Il Libraccio al seguente collegamento: Diario partenopeo 


Diario partenopeo. Appunti di viaggio di un quindicenne trevigiano. Giugno 2023 - Giuseppe Tranchese - Libro Youcanprint 2023 | Libraccio.it