lunedì 12 ottobre 2020

La masseria Totaro raccontata da Raffaele Rea

CERCOLA - "Non so molto sui proprietari che si sono susseguiti negli anni, ma in base ai racconti dei miei defunti nonni la masseria Totaro è stata, negli ultimi due secoli, abitata dai miei antenati che si sono susseguiti per almeno sei generazioni! La masseria si trova nel comune di Cercola, in punto strategico perché confina col comune di Pollena Trocchia e con quello di Volla, e in origine si estendeva su trentasei moggi, ma negli anni Novanta, per eseguire i lavori dell’attuale raccordo che collega Casoria con i paesi vesuviani, furono espropriati sei moggi di terra. Oggi, purtroppo, versa in uno stato di totale abbandono". A parlare è Raffaele Rea (classe 1983) che in questa masseria ha trascorso la propria e felice infanzia. "Nella masseria Totaro - continua Raffaele - erano tutti parenti e si contavano una dozzina di nuclei familiari: i matrimoni avvenivano con persone delle vicine masserie, in modo da restare in stretto contatto e questo perché prima ci si aiutava gli uni con gli altri. Nella masseria, poi, non vi era una cappella e tutte le domeniche le persone del luogo andavano a piedi fino a Caravita per partecipare alla Santa Messa. I valori della condivisione e della solidarietà erano molto forti e soprattutto genuini. Se guardo a cose che accadono quotidianamente tutti i giorni sono portato a pensare che oggi c'è molto egoismo".

(la masseria Totaro in un dipinto di Sabatino Rea)
 
Raffaele Rea, anche nella masseria "Totaro", come in altre simili comunità contadine, le persone si aiutavano tra di loro?

Personalmente, ricordo che da piccolo vedevo che in questa masseria tutto si faceva in comune: il vino, le conserve di pomodoro, il pane e addirittura il bucato.

 

In che modo si faceva il bucato?

Una volta alla settimana tutte le donne della masseria si riunivano attorno alla “peschiera”, che era una enorme vasca piena d'acqua, e conversavano e facevano il bucato. La "pescheria" veniva usata anche per lavare la verdura.

 

Oltre ai lavori agricoli, le persone della masseria "Totaro" allevavano anche animali?

Sì, ricordo che c'erano tanti animali come mucche da latte, cavalli da lavoro, maiali e animali da cortile come le galline. Vorrei sottolineare che in passato gli animali erano molto rispettati e, per certi aspetti, un animale come il cavallo riceveva più attenzioni rispetto ad un essere umano. Una curiosità: da mio padre ho saputo che per raggiungere la camera da letto dei miei nonni, bisognava attraversare la stalla del cavallo. Un piacevole ricordo che porto dentro di me è la cucina alimentata a legno utilizzata per cucinare il cibo. 

 

In passato le masserie erano centri di cultura contadina, mentre oggi molti di questi edifici sono abbandonati e pieni di rovi...

Purtroppo è così. Anche la masseria Totaro un tempo era molto conosciuta, perché dove c’erano gli animali c’era sempre lavoro di conseguenza si trovava sempre del cibo. La mia nonna, venuta a mancare nel 2010 all’età di 92 anni, per guadagnarsi qualche soldo vendeva il latte delle sue mucche, ma questa vendita al dettaglio poté farla finché la Legge glielo consentì. Insomma, dalle informazioni che ho raccolto, credo che nelle masserie si potesse vivere bene e tutti godevano di una buona salute, anche se non sono mancate tante sofferenze dovute alla guerra, ai terremoti e anche alle eruzioni del Vesuvio, come quella del 1944. 


(a cura di Carlo Silvano) 

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Per informazioni sul libro cliccare su La bambina della masseria Rutiglia