domenica 19 aprile 2009

Villa Santangelo: un gioiello perso per sempre


Pollena Trocchia. E' andata persa per sempre, nonostante Ambrogino Caracciolo scrisse che intorno ad essa si fosse svolta la storia di Pollena di questi ultimi secoli. Stiamo parlando di villa Santangelo, edificata nel borgo cittadino nella prima metà del Seicento e distrutta alcuni decenni fa per costruire uno dei tre edifici dell'Istituto Suore degli Angeli.

Le principali notizie sulla storia di questa villa sono raccolte in un volume di Ambrogino Caracciolo, intitolato "Sull'origine di Pollena Trocchia e sulle disperse acque del Vesuvio e sulla possibilità diun sfruttamento del Monte Somma a scopo turistico". In questo libro (pubblicato nel 1932 e ristampato nel 1991 dalla Pro loco "G. Donizetti"), l'autore sostiene che la villa fu fatta costruire dalla famiglia Capece Scondito, ed in seguito, nel 1736, fu acquistata dal marchese Paolo Francone di Salcito. Con i nuovi proprietari la villa si arricchì di altre strutture e locali progettati dall'architetto Michele Massa. Fu così edificato un nuovo appartamento con una grande galleria, e realizzate delle sale per ospitare l'archivio e la biblioteca di famiglia. Il Caracciolo riferisce che per la costruzione di questi locali e per l'ampliamento della scuderia, furono necessari l'acquisto e la demolizione di un gruppo di case e di un'infinità di casupole. Quest'ultima nota è importante per immaginare quale poteva essere all'epoca la struttura urbanistica del borgo di Pollena. Un altro tesoro di questa villa era il suo parco che, con ogni probabilità, doveva essere molto più esteso di quello attuale. Il Caracciolo sostiene che la famiglia Francone ospitò a Pollena numerosi aristocratici e anche il Vescovo di Sant'Agata dei Goti, S. Alfonso dei Liguori. In seguito la villa fu acquisita dalla famiglia di Nicola Santangelo e, tra l'altro, il Caracciolo scrive: "Durante il lungo governo del Santangelo i più illustri personaggi del regno furono di passaggio per Pollena, per rendere atto di ossequio al potente ministro, e lo stesso re Ferdinando con tutti i principi della sua famiglia vi venne un giorno da Portici a schiena d'asino per un'improvvisata che parve piuttosto dovuta ad un intrigo di corte. Infine nel 1845, quando Napoli ospitò per un solenne congresso i principali scienziati d'Europa, Nicola Santangelo li convocò tutti a Pollena ad un sontuoso banchetto di cento coperti". In questa villa, inoltre, furono raccolte una ricca collezione di stampe e una quadreria provenienti dal palazzo dei Santangelo a Napoli che subì delle lesioni provocate dalle acque del Serino.

Se la perdita di villa Santangelo rappresenta un gravissimo attentato alla storia e alla cultura locale non bisogna credere però che tutto sia andato perduto. Occorrerebbe rivalutare il parco e raccogliere ulteriori documenti e notizie storiche sulla villa, in modo da divulgarle anche mediante una pubblicazione ed una mostra storica. Solo con la conoscenza del proprio passato, infatti, i cittadini e gli amministratori pubblici possono apprezzare il proprio paese ed impegnarsi per migliorarne la qualità della vita.

Riguardo a villa Santangelo qui di seguito riporto un brano tratto da "La bambina della masseria Rutiglia":

‹‹Intorno al 1736 – raccontò la maestra durante una lezione – la villa apparteneva al marchese Paolo Francone e, in seguito, fu di proprietà del ministro Nicola Santangelo che spesso ospitava personalità e anche scienziati provenienti da lontane nazioni››. 
Carmelina ascoltava incuriosita la maestra restando seduta e composta nel suo banco e guardando oltre la finestra dell’aula, verso la residenza nobiliare per intravedere qualche eventuale persona che potesse rassomigliare a un re o ad un ministro, e guardava anche oltre il tetto della villa, dove le rigogliose e verdeggianti cime degli alberi indicavano l’esistenza di un boschetto come luogo ideale per passeggiare e conversare accanto a gentiluomini e dame. Un boschetto che lei, dal suo banco, poteva solo immaginare, ma che un giorno per i suoi figli diventerà un luogo di scoperta per la presenza di misteriose grotte buie, vasche d’acqua zampillante limpida e fresca con guizzanti pesciolini rossi, arcani sentieri ricoperti di un muschio verde smeraldo ed eleganti statue bianche di marmo pregiato, così da allietare la loro infanzia popolandola di mitici eroi, fantastiche avventure e sereni ricordi.

Per informazioni sul libro cliccare "La bambina della masseria Rutiglia" di Carlo Silvano 




1 commento:

  1. Caro Carlo, approfitto ancora una volta di questo spazio per chiederle se ha notizie della villa (ormai ridotta a rudere) in via Valente, conosciuta anche come 'o palazzo 'e ll'uoglio sempre in quel di Pollena. Ho incontrato l'attuale proprietario, Ciro Punzo, ma non m'ha fornito molti dettagli, solo che apparteneva in passato alla famiglia aristocratica dei Valente, nulla più.
    Resto in attesa delle sue risposte,sperando di non approfittare troppo della sua cortesia.
    A presto
    Ciro Teodonno

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