martedì 24 luglio 2012

NAPOLI. Cappella di San Severo

In questi ultimi anni mi capita di andare via da Pollena portando con me - a Villorba - un discreto numero di volumi della mia modesta biblioteca personale. Tra le pubblicazioni che domenica scorsa ho portato con me, c'è una "Breve nota di quel che si vede in casa del principe di Sansevero d. Raimondo di Sangro nella città di Napoli nell'anno 1767": è un volumetto di poche pagine (64) e per me ha un significato molto speciale, perché mi riporta indietro negli anni quando, studente prima all'Itis "E. Fermi" a corso Malta, e poi al corso di laurea in sociologia alla "Federico II", avevo modo di girare per il centro storico di Napoli tra via Mezzocannone, piazza San Domenico e piazzetta Nilo, via dei Tribunali e campanile della Pietrasanta, San Gregorio Armeno, Port'Alba con piazza Bellini, e altro ancora. Erano luoghi a me familiari e mi sentivo a casa mia.
Diverse volte sono stato nella cappella di San Severo del principe Raimondo di Sangro che, col suo Cristo velato e altre sculture, possiede un fascino molto particolare:  l'ultima volta che ho visitato la cappella è stato con Delia, quando eravamo fidanzati, ma la prossima volta ci andrò con i miei figli perché non si può essere degli autentici napoletani se non si visita, almeno una volta, la cappella di San Severo!

sabato 21 luglio 2012

Ho trascorso la mattinata in campagna, a Cercola - località Pironti -, con mio padre, due fratelli e una cognata: ho lavorato con una mototagliarba tra la polvere e il caldo, però, poi, la soddisfazione di passeggiare piacevolmente tra filari di uva dove ho trascorso la mia infanzia. Poco distante i ruderi del palazzo con le macerie della torre crollata pochi mesi fa, e tanti terreni agricoli abbandonati: oramai in questa contrada solo qualcuno continua ad avere la passione per la terra.

venerdì 20 luglio 2012

Una passeggiata per Napoli...

Ieri pomeriggio io e Delia siamo andati ai Vergini - quartiere Sanità - da don Michele, il quale ha celebrato il nostro matrimonio nel 1999. Al ritorno ci siamo fermati a mangiare una pizza da "Il pizzaiolo del presidente", e poi abbiamo percorso via Forcella. Arrivati a Porta Nolana siamo rimasti stupiti per la presenza di tanti negozi gestiti da immigrati, e ci siamo chiesti dove fosse finita la nostra Napoli!

Il boiaro, romanzo ideato a Lostallo (Val Mesolcina - CH), scritto a Pollena e ambientato in Russia



Nel 1989 - quando vivevo a Pollena Trocchia - pubblicai il mio primo romanzo intitolato "Il boiaro", che oggi - rivisto e corretto - torna in libreria con i tipi delle Edizioni del noce. L'idea di scrivere questo libro mi è venuta durante una breve vacanza a Lostallo (Grigioni italiano) ed è ambientato in Russia al tempo della rivoluzione del 1917.
Qui di seguito propongo una parte della recensione che la giornalista Elena Zucco ha pubblicato nella rivista "Russia oggi" (18 luglio 2012).



Un viaggio immaginario nell'animo e nei sentimenti di chi si è ritrovato a vivere nel mezzo della rivoluzione bolscevica nel libro "Il boiaro" di Carlo Silvano (Edizioni del Noce 2012, pp. 124, euro dieci). “Il boiaro” di Carlo Silvano (Edizioni del Noce) è una storia di uomini, di sentimenti e di avvenimenti che porta il lettore nel mezzo della rivoluzione russa del 1917 senza dare però alcun riferimento preciso a persone, episodi e luoghi storici.
È piuttosto il racconto di come uomini di classi sociali diverse probabilmente reagirono di fronte all'irrompere nella storia russa di un avvenimento che ne avrebbe cambiato il corso. Ed è soprattutto il racconto di come il boiaro Ivan Nikonov, uomo fortemente legato alla natura, alla sua terra e alla sorella Anastasia che, a differenza sua, è amante della città e dei divertimenti, reagisce al crollo di tutte le sue certezze e alla forzata fuga per la salvezza.
“Il boiaro” è un avvincente e coinvolgente romanzo [...continua cliccando il link

venerdì 15 luglio 2011

Martedì mattina, dopo una visita al cimitero di Massa di Somma (fa sempre bene frequentare un luogo che ci fa ricordare come la nostra vita sia legata a un sottile filo), sono stato a Pironti, una località del comune di Cercola dove sorge un edificio definito "castello" per via della presenza di una torre. Attorno a questo "castello" tante campagne abbandonate e piene di rovi. Pochi i pensionati che ancora curano un appezzamento di terreno. Mentre osservavo la desolazione di quelle terre, pensavo che sarebbe stupendo se l'edificio venisse restaurato e riportato al suo impianto originario, inserendovi, magari, un ristorante in quella che un tempo era la cantina del "castello", delle camere ai piani superiori a disposizione di turisti interessati a visitare Napoli, il Vesuvio e gli scavi di Pompei, mentre i terreni che circondano il "castello" si potrebbero curare piantandovi una pineta marittima, ideale per chi ama frequentare maneggi...
Pollena Trocchia - Da sabato 9 luglio sono a Pollena, ospite a casa di mio padre, insieme a mia moglie e ai miei tre figli. E' un soggiorno tranquillo e rilassante: ho trascorso una giornata a Vietri sul mare e due pomeriggi a Capo Miseno (lido Enea) insieme ai parenti. Nei prossimi giorni visiterò il castello di Baia.

giovedì 23 giugno 2011

Una banca per promuovere lo sviluppo

Pollena Trocchia - In questi giorni, mentre davo un'occhiata ai soliti giornali, che riportavano i soliti discorsi del solito Umberto Bossi che da ventisette anni va in pellegrinaggio a Pontida (ha già ricevuto la grazia di sistemare il figlio Renzo in Regione Lombardia con uno stipendio di circa diecimila euro mensili), pensavo alla mia Pollena Trocchia che ancora non riesce a decollare sotto il profilo socio-economico. Da sempre sono convinto che per arginare il fenomeno Lega nord, e i suoi propositi secessionisti, bisogna agire al Sud. Il Meridione deve liberarsi, e lo può fare, della criminalità organizzata che blocca le attività economiche.

Di tanto in tanto, poi, mi capita di leggere il solito articolo sulle albicocche e sulla possibilità di fare di Pollena un polo turistico. Sono cose belle, ma non saranno queste a fare grande la nostra comunità. Ho amici trevigiani che vengono in vacanza a Napoli e tutti, giustamente, mi dicono che in dieci-quindici giorni (è quanto oggi può permettersi il turista medio) non si possono visitare le meraviglie della città e del golfo di Napoli. Chi va a Napoli ha l'obbligo di visitare il museo archeologico, la reggia di Capodimonte, palazzo Reale, la certosa di San Martino e il castello di Sant'Elmo, castello dell'Ovo, maschio Angioino, Posillipo, e poi ci sono le isole del golfo, gli scavi archeologici a Pompei e ad Ercolano, e tanto altro ancora. In tutto questo, come pensare di portare, anche solo per qualche ora, un turista a Pollena Trocchia?

Le albicocche, poi, perché definirle l'oro di Pollena se ai contadini vengono pagate pochi centesimi, tanto che non vale la pena raccoglierle?

Qui nel Veneto a fare da spina dorsale dell'economia locale sono i crediti cooperativi: piccole banche radicate sul territorio che rastrellano i risparmi dei soci e li investono sostenendo le aziende locali e le famiglie. Nel Veneto i crediti cooperativi sono stati avviati nelle parrocchie, e oggi ci sono piccole banche che, pur contando poche centinaia di soci, lavorano molto bene.

Al Sud abbiamo invece una situazione finanziaria spaventosa: le banche prendono i soldi dei risparmiatori e li portano al Nord. Per chi vive al Sud, infatti, è difficile (anche per chi ha tutte le garanzie di questo mondo) ottenere credito per la propria impresa o per l'acquisto della casa. Al Nord, invece, i prestiti superano i depositi!

A Pollena Trocchia, allora, invece di correre dietro ad albicocche e a stare ore e ore ad ammirare la bella lapide di Donizetti sperando che qualche giapponese ci venga a visitare, pensiamo a creare le condizioni affinché si apra uno sportello di banca Etica oppure di mettere su una piccola banca, sul modello di quelle venete. Un credito cooperativo che abbracci un bacino come può essere, ad esempio, quello dei comuni di Pollena Trocchia, Massa di Somma, Cercola e Volla, e inserendo nello Statuto un articolo che obblighi questa banca a prestare soldi solo ed esclusivamente alle ditte e alle famiglie di questi quattro comuni. Piccoli e medi prestiti per non esporsi troppo alle sofferenze. Anche nei Paesi del Terzo mondo il microcredito funziona e fa nascere tante piccole realtà economiche. Gli imprenditori vesuviani sono capaci e non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi veneti, ma hanno bisogno di quella liquidità e di quel sostegno finanziario che solo una banca può garantire.

Con una piccola banca locale che faccia da motore finanziario, le varie zone industriali – come quella di Pollena che attualmente è solo un campo incolto –, possono davvero diventare delle aree dove si offre lavoro e si produce ricchezza: ed è così che il fenomeno Lega nord va affrontato e sconfitto.