venerdì 31 gennaio 2025
Carlo Silvano, Il ruolo fondativo della Divina Commedia
giovedì 30 gennaio 2025
Papa Francesco e i migranti, non possiamo depredare i Paesi poveri togliendo loro preziose risorse umane
venerdì 3 gennaio 2025
Napoli, occorre risanare la città
Stupro nella baraccopoli:
un dramma che richiede un intervento immediato
Napoli – Ancora una volta, il dramma del degrado urbano si intreccia con la cronaca nera, mettendo in luce una situazione ormai insostenibile. Nella notte, una donna di 30 anni è stata aggredita e violentata nei pressi della baraccopoli improvvisata situata tra la strada e i cancelli che delimitano il porto industriale, a pochi passi dall’ex mercato ittico. A dare l’allarme è stata una telefonata al 112, che ha permesso ai carabinieri della sezione radiomobile di intervenire prontamente.
Secondo quanto raccontato dalla vittima, in evidente stato di choc, l’aggressore è un uomo di 37 anni, originario del Ghana e già noto alle forze dell’Ordine. Grazie alle sue indicazioni, i militari sono riusciti ad arrestare il colpevole, che risulta essere un senzatetto residente nella stessa baraccopoli dove si è consumata la violenza. La donna è attualmente sotto osservazione in ospedale, mentre il quartiere si interroga su quanto accaduto.
Una ferita aperta per la città
La baraccopoli, ormai radicata in questa zona già segnata da un profondo degrado, rappresenta da tempo un problema non solo sociale, ma anche di sicurezza. Residenti e comitati locali denunciano da tempo la situazione, segnalando episodi di furti, risse e atti di vandalismo, in un clima di crescente tensione. Le richieste di intervento all’Amministrazione municipale sono rimaste finora inascoltate, aggravando ulteriormente il senso di abbandono percepito dalla comunità locale.
L’urgenza di un intervento
Questa tragedia è l’ennesimo campanello d’allarme che non può più essere ignorato. La presenza di una baraccopoli, radicata in un'area densamente popolata, è un segnale di una città che fatica a gestire le proprie emergenze sociali e abitative. Ma, soprattutto, è un rischio concreto per la sicurezza e la dignità di chi vive nelle vicinanze o transita in quelle zone.
È imperativo che l'Amministrazione municipale agisca senza ulteriori indugi per smantellare la baraccopoli, avviando contestualmente programmi di reinserimento sociale e offrendo soluzioni abitative dignitose per le persone che vi risiedono. L’inerzia non è più un’opzione: lasciare che simili situazioni perdurino significa tollerare un livello di insicurezza e di degrado incompatibili con i valori di una città moderna e civile.
Il ruolo delle istituzioni
Non si tratta solo di sgomberare un’area, ma di affrontare un problema complesso che richiede coordinamento tra istituzioni, forze dell’ordine e servizi sociali. Un intervento strutturale e pianificato potrebbe rappresentare l’inizio di un percorso di rigenerazione urbana e sociale per questa zona di Napoli, restituendo dignità sia ai residenti che alle persone più vulnerabili.
Un monito per il futuro
Questo episodio drammatico deve servire da monito. Non è più possibile ignorare le richieste di aiuto che arrivano dai cittadini e le evidenti problematiche che nascono dal degrado. Ogni giorno che passa senza un intervento concreto aumenta il rischio di ulteriori tragedie. Napoli merita di più: sicurezza, rispetto e un’Amministrazione municipale che sappia agire con responsabilità e visione. (Carlo Silvano)
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giovedì 2 gennaio 2025
Viabilità, occorre bonificare e sanificare
Le strade statali e regionali dell’area metropolitana di Napoli, in particolare quelle nella zona vesuviana, rappresentano infrastrutture fondamentali per la mobilità. Tra queste, la Strada Statale 162, che collega i paesi vesuviani al nodo autostradale di corso Malta, è uno degli assi viari principali. Tuttavia, queste strade soffrono di problemi ambientali, con numerose segnalazioni di abbandono di rifiuti e vegetazione non curata che peggiorano il degrado dell’area.
Lungo queste arterie, soprattutto in zone limitrofe al Vesuvio, si osservano cumuli di rifiuti di varia natura: materiale edile, plastica, vetro e anche resti di incendi dolosi. Il problema è aggravato dalla presenza di discariche abusive e dal mancato utilizzo di fondi stanziati per la bonifica. Nonostante iniziative e finanziamenti (come i milioni assegnati dal Ministero dell’Ambiente per interventi di risanamento), molte operazioni promesse non sono mai state completate, lasciando irrisolta la questione del risanamento ambientale e della sicurezza (vedi “Il Giornale.it).
La presenza di rifiuti e rovi lungo le strade non è solo un problema di decoro, ma anche di sicurezza stradale e sanitaria. Questi accumuli, spesso soggetti a incendi, generano roghi tossici e minacciano l’integrità del paesaggio naturale, in particolare quello del Parco nazionale del Vesuvio.
È essenziale avviare programmi sistematici di pulizia e bonifica, che includano la rimozione dei rifiuti e la cura della vegetazione. Questi interventi non solo ridurrebbero l’impatto ambientale, ma migliorerebbero anche la vivibilità e l’attrattiva turistica dell’area, preservando un patrimonio naturale unico al mondo. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni locali e cittadini si potrà contrastare il degrado e restituire dignità a queste importanti aree. (Carlo Silvano)
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sabato 30 novembre 2024
Ti sono perdonati tutti i peccati: ora va e continua a peccare!
venerdì 29 novembre 2024
Un matrimonio stabile? Non è questione di fortuna...
giovedì 7 novembre 2024
Nella notte in cui fu tradito...
Quando, durante la Santa Messa, ascolto le parole del sacerdote che dice: “Nella notte in cui fu tradito…”, sento un momento solenne che va oltre la consuetudine della liturgia. Mi sembra quasi che il tempo si fermi e che quelle parole risuonino non solo nelle mie orecchie, ma nel profondo del mio animo. In quel breve istante, la celebrazione della Messa diventa anche un invito personale a fermarmi e riflettere.
La frase “nella notte in cui fu tradito” non parla solo di un evento storico. È un ricordo che richiama il sacrificio di Gesù e l’amore con cui ha accettato di donarsi per noi, anche quando uno dei suoi amici più vicini lo ha tradito. Questa riflessione mi fa rendere conto di quanto la sua scelta di accettare la sofferenza e la morte sia una lezione di amore incondizionato, uno slancio di misericordia che abbraccia ogni uomo e ogni donna, me compreso. Nonostante la nostra fragilità, le nostre cadute e i nostri tradimenti, Gesù ha scelto di amarci fino alla fine.
Ogni volta che il sacerdote pronuncia queste parole, mi domando: come rispondo a un amore così grande? Sono consapevole di quanto la mia vita e le mie azioni riflettano il dono che ho ricevuto? Oppure, come Giuda, mi lascio sopraffare da paure, egoismi e debolezze che mi allontanano da Lui?
Questa frase mi invita a riconoscere le mie infedeltà, non con senso di colpa sterile, ma come occasione per chiedere perdono e rinnovare la mia fedeltà. È un momento di verità, un invito a riflettere sul mistero della nostra fede, su cosa significa davvero seguire Cristo e imitarlo nell’amore e nel perdono. Fermarmi a riflettere in questo momento della Messa è un modo per non vivere la liturgia solo come un rito esterno, ma come un’esperienza intima che mi trasforma.
Capisco che questa frase è un richiamo costante a riconoscere la mia chiamata a essere testimone dell’amore di Cristo nel mondo, a rispondere con umiltà e gratitudine a quel sacrificio. Quando ascolto “nella notte in cui fu tradito”, sento, quindi, che anche a me è chiesto di scegliere: accogliere quell’amore nella mia vita e fare di ogni giorno una risposta a quel dono immenso. (Carlo Silvano)