domenica 21 febbraio 2021
Massa, Pollena e Trocchia: tre paesi, una parrocchia
lunedì 12 ottobre 2020
La masseria Totaro raccontata da Raffaele Rea
CERCOLA - "Non so molto sui proprietari che si sono susseguiti negli anni, ma in base ai racconti dei miei defunti nonni la masseria Totaro è stata, negli ultimi due secoli, abitata dai miei antenati che si sono susseguiti per almeno sei generazioni! La masseria si trova nel comune di Cercola, in punto strategico perché confina col comune di Pollena Trocchia e con quello di Volla, e in origine si estendeva su trentasei moggi, ma negli anni Novanta, per eseguire i lavori dell’attuale raccordo che collega Casoria con i paesi vesuviani, furono espropriati sei moggi di terra. Oggi, purtroppo, versa in uno stato di totale abbandono". A parlare è Raffaele Rea (classe 1983) che in questa masseria ha trascorso la propria e felice infanzia. "Nella masseria Totaro - continua Raffaele - erano tutti parenti e si contavano una dozzina di nuclei familiari: i matrimoni avvenivano con persone delle vicine masserie, in modo da restare in stretto contatto e questo perché prima ci si aiutava gli uni con gli altri. Nella masseria, poi, non vi era una cappella e tutte le domeniche le persone del luogo andavano a piedi fino a Caravita per partecipare alla Santa Messa. I valori della condivisione e della solidarietà erano molto forti e soprattutto genuini. Se guardo a cose che accadono quotidianamente tutti i giorni sono portato a pensare che oggi c'è molto egoismo".
Personalmente, ricordo che da piccolo vedevo che in questa masseria tutto si faceva in comune: il vino, le conserve di pomodoro, il pane e addirittura il bucato.
In che modo si faceva il bucato?
Una volta alla settimana tutte le donne della masseria si riunivano attorno alla “peschiera”, che era una enorme vasca piena d'acqua, e conversavano e facevano il bucato. La "pescheria" veniva usata anche per lavare la verdura.
Oltre ai lavori agricoli, le persone della masseria "Totaro" allevavano anche animali?
Sì, ricordo che c'erano tanti animali come mucche da latte, cavalli da lavoro, maiali e animali da cortile come le galline. Vorrei sottolineare che in passato gli animali erano molto rispettati e, per certi aspetti, un animale come il cavallo riceveva più attenzioni rispetto ad un essere umano. Una curiosità: da mio padre ho saputo che per raggiungere la camera da letto dei miei nonni, bisognava attraversare la stalla del cavallo. Un piacevole ricordo che porto dentro di me è la cucina alimentata a legno utilizzata per cucinare il cibo.
In passato le masserie erano centri di cultura contadina, mentre oggi molti di questi edifici sono abbandonati e pieni di rovi...
Purtroppo è così. Anche la masseria Totaro un tempo era molto conosciuta, perché dove c’erano gli animali c’era sempre lavoro di conseguenza si trovava sempre del cibo. La mia nonna, venuta a mancare nel 2010 all’età di 92 anni, per guadagnarsi qualche soldo vendeva il latte delle sue mucche, ma questa vendita al dettaglio poté farla finché la Legge glielo consentì. Insomma, dalle informazioni che ho raccolto, credo che nelle masserie si potesse vivere bene e tutti godevano di una buona salute, anche se non sono mancate tante sofferenze dovute alla guerra, ai terremoti e anche alle eruzioni del Vesuvio, come quella del 1944.
(a cura di Carlo Silvano)
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mercoledì 16 settembre 2020
Pollena Trocchia, Diamo voce ai cittadini
POLLENA TROCCHIA – “Sono nata a Pollena Trocchia e in questo comune ho trascorso gli anni della mia infanzia; in seguito mi sono trasferita in un paese vicino, ma negli anni Ottanta sono tornata a viverci stabilmente”, a parlare è Francesca (nome di fantasia), una persona che conosco bene e che ho avuto spesso modo di confrontarmi quando negli anni Novanta seguivo la politica locale come corrispondente di alcuni quotidiani, “La città” e “Il giornale di Napoli”, e settimanali, “Enne” e “Metropolis”. La presente intervista nasce da una fruttuosa conversazione telefonica con “Francesca” che, in verità, avrebbe voluto dichiararsi col proprio nome e cognome, ma ho preferito – conoscendo il suo spirito battagliero – relegarla nell’anonimato. Con “Francesca” si affrontano diverse problematiche locali viste da una semplice cittadina che conosce molto bene la realtà locale, e le sue risposte devono – a mio avviso – essere recepite come un contributo utile ad affrontare i problemi quotidiani della cittadinanza e cercare di migliorare la qualità della vita della nostra Pollena Trocchia.
Francesca, secondo te, per quanto riguarda la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, quali sono i punti critici del territorio comunale?
Dal mio osservatorio vedo che riguardo alla sicurezza e all’incolumità dei cittadini molte persone, anche alcuni adolescenti, sono state rapinate e sono tanti i furti nelle abitazioni…
Quali sono le zone più colpite?
Le rapine si registrano in particolare nei pressi della stazione della Circumvesuviana, mentre i furti nella zona del rione Micillo. Inoltre, alcune zone del paese, come piazza Amodio, sono diventate il luogo di ritrovo di adolescenti che non dimostrano alcun rispetto per le persone e per le cose…
In che senso?
Compiono atti di vandalismo e recano un grande disturbo ai residenti soprattutto nelle ore notturne. Quello che emerge è, pertanto, una totale mancanza di civiltà.
Non c’è il rispetto per le regole…
Il rispetto delle regole è completamente assente.
Ci sono episodi particolari che puoi raccontarmi?
Assistere ad atti di inciviltà a Pollena Trocchia, soprattutto nelle zone di maggiore affluenza ai servizi pubblici, è ormai all’ordine del giorno. Si rileva costantemente una mancanza di rispetto per l’ambiente e per gli spazi pubblici e privati. Ripetuti danni a beni pubblici, come alle panchine e alla segnaletica stradale, il non utilizzo degli appositi cestini con conseguente presenza di rifiuti, e ciò nonostante l’ottimo lavoro svolto quotidianamente dagli operatori ecologici, la mancata raccolta da parte dei padroni degli escrementi dei loro animali domestici, sono solo alcuni esempi di inciviltà in questo comune. Piazza Amodio, è ormai noto, è diventata un campo di calcio che mina spesso l’incolumità dei passanti.
Ogni tanto a Pollena Trocchia si parla di sollecitare le istituzioni preposte ad aprire una caserma dei Carabinieri…
Dal mio punto di vista, vedo che la debole presenza delle forze dell’ordine a Pollena Trocchia, sia vigili urbani che carabinieri, e in modo particolare proprio l’assenza di una caserma sul territorio, è molto sentita e probabilmente è una delle ragioni per le quali molti cittadini si sentono liberi di comportarsi senza controllo e senza regole.
Nella zona in cui abiti percepisci il cattivo odore di plastica bruciata che molti cittadini affermano di sentire soprattutto di notte? Che “voci” ci sono su queste combustioni?
Sebbene in molti affermino di percepire cattivo odore di plastica bruciata, personalmente non ne rilevo la presenza da molto tempo. Ciò che invece avverto in modo persistente è il cattivo odore dovuto probabilmente alla rete fognaria ed eventuali scarichi abusivi nell’alveo che scende dal Carcavone.
Da diversi anni c’è un acceso dibattito sulla questione dell’ospedale “Raffaele Apicella” e sono tanti i cittadini che sollecitano almeno la riapertura del Pronto soccorso…
Penso che per Pollena e per i paesi limitrofi la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Apicella, realtà presente sul territorio almeno dagli anni Cinquanta, sia stata una grande perdita e, chiaramente, una riapertura sarebbe opportuna.
Al rione Micillo come si presenta – vista con gli occhi di una semplice cittadina - l’ex convento delle monache Carmelitane?
L’ex convento sito in via Kennedy è risultato un altro spreco di denaro pubblico. Acquistato negli anni Novanta da privati e successivamente dall’ASL per farne un organo continuativo dell’ospedale Apicella, è ad oggi soltanto un rudere, di vaste dimensioni, abbandonato, circondato da un giardino tanto ampio quanto incolto. Mi auguro che venga recuperato quanto prima e messo a disposizione della collettività: in questo grande edificio ho sempre sognato la realizzazione di una struttura adibita all’accoglienza dei cittadini. Farne una villa comunale che possa includere servizi vari, come una biblioteca e delle strutture sportive, così da realizzare un luogo di aggregazione per tutte le fasce di età, ma se nessuno si attiverà mai per realizzarne un progetto valido, resterà, purtroppo, solo una mera utopia!
(a cura di Carlo Silvano)
Le foto sono recenti e riguardano la zona di piazza Amodio.
lunedì 7 settembre 2020
Le masserie, roccaforti della civiltà contadina
domenica 6 settembre 2020
SINDACO CARLO ESPOSITO, PER L’OSPEDALE “APICELLA” PUNTIAMO SULLA SPECIALIZZAZIONE
Come ultima domanda le chiedo: quale futuro si prospetta per gli impianti sportivi di via Esperanto?