mercoledì 7 luglio 2021

Ciro Formisano, con i suoni trasmettiamo emozioni e ricordi


Massa di Somma
- "Viento e mare" è un testo che vuole raccontare la magia della Natura: è cantata da Ciro Formisano del gruppo musicale "Siro's band" (vedi foto sopra) di Massa di Somma. "Questa canzone - dice Ciro Formisano - è nata guardando oltre... osservando un gabbiano, immaginando un volo a ritmo con le onde che ti offre quella  sensazioni di libertà e quella leggerezza che ti trasmette una serenità infinita. Insomma, è un  regalo  della natura che si ripete tutti i giorni e che noi distratti dalla quotidianità non vediamo. Il vento e il mare sono testimoni, sono anime che ci guardano. In questa canzone si ha un incontro tra elementi, cose e persone: una magia che quando succede diventa poesia". Sotto il profilo tecnico per questa canzone il gruppo "Siro's band" hanno usato gli strumenti musicali utili ad avvicinarsi e ad imitare il mare, il vento e i gabbiani. "La nostra proposta - conclude Ciro Formisano - è quella di trasmettere ricordi, emozioni e sensazioni attraverso i suoni".

Per ascoltare la canzone cliccare su Viento e Mare

Ecco il testo della canzone:

Viento e Mare

Che fridd fa gopp a sta banchina..
Luntane oltre a sta scogliera..
Veco n ombra e pescatore..
Sta alla che pesca miez a llonde...
Oggi fa chiu friddo da ieri ...
O Viento vott...vott comm vo isse..
Vicino e scogliera nu poco chiu a alla...
Veco n ombra e nammurat...
Te prego amo ..
Non me lascia..
Giuralo mo..annanz o mare..
Astrigneme forte e Damme curagge...
Se danne vase..vase guardann o mare...
O Viento parla... se fa senti..
O mare pure fa a parte soie..
Viento e mare so testimoni ..pe sti parole  che hanno giurato...
O pescatore fischia e cante ...po tire a rezza e chiano se fa culla...
Quanta forza ten o mare...
Fa a voce grosse non vo pazzia...
Ogni promessa è na promessa...
So comm e vute de marenare...
E miez o mare sta semp' alla...
Saluta o Sole e po te Guarda a Luntane...

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Questo blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare su libri di Carlo Silvano




 

lunedì 5 luglio 2021

Tina Pica, la Venere di Pollena

 


Pollena Trocchia - Ieri sera ho avuto modo - tramite Rai play - di vedere una pellicola del 1957: "La nonna Sabella", con Tina Pica e Peppino De Filippo (vedi foto sopra), Sylva Koscina, Renato Rascel, Paolo Stoppa, Renato Salvatori, Dolores Palumbo e altri. Diretto da Dino Risi questo film è tratto da un romanzo di Pasquale Festa Campanile e le prime immagini riguardano l'arrivo di un treno nella stazione di Pollena. La trama è molto semplice e divertente e la bravura artistica di Pica e De Filippo ne fanno un piccolo ed inestimabile capolavoro. Consiglio la visione di questo film a tutti e spero che il comune di Pollena Trocchia intitoli una strada o uno spazio pubblico a Tina Pica che, nel film, si definisce la Venere di Pollena.

Per informazioni sul film cliccare su La nonna Sabella

domenica 21 febbraio 2021

Massa, Pollena e Trocchia: tre paesi, una parrocchia

 

POLLENA TROCCHIA - Nel 1787 don Tommaso Garone, originario di Buonabitacolo, ma da anni residente nel casale di Massa di Somma, vinse il concorso come parroco a Massa di Somma s, solo dopopochi anni, nel 1792, fu anche nominato economo curato della parrocchia di San Giacomo Apostolo di Pollena.
Nella sua attività di parroco don Tommaso fu aiutato da un suo fratello sacerdote, ovvero don Elia Garone, il quale, nel 1803, fu nominato parroco della chiesa parrocchiale di Pollena.
versi decenni, mentre nei primi anni dell'Ottocento Pollena ebbe come parroco don Elia Garone. Quest’ultimo fu parroco fino alla morte, avvenuta nel 1846, così come si può vedere anche da una lapide posta sul pavimento dell’altare maggiore della chiesa di San Giacomo.
Da notare che per alcuni anni uno dei due fratelli Garone fu anche economo della parrocchia di Trocchia e il detto popolare "Massa, Pollena e Trocchia: tre paesi una parrocchia", risale proprio ai tempi dei fratelli Garone quando, insieme, amministravano le tre parrocchie come se fosse una sola comunità.
 
 
Per ulteriori notizie vedere il volume "La comunità di Pollena dal 1760 al 1819".
 

 
 


 
 

lunedì 12 ottobre 2020

La masseria Totaro raccontata da Raffaele Rea

CERCOLA - "Non so molto sui proprietari che si sono susseguiti negli anni, ma in base ai racconti dei miei defunti nonni la masseria Totaro è stata, negli ultimi due secoli, abitata dai miei antenati che si sono susseguiti per almeno sei generazioni! La masseria si trova nel comune di Cercola, in punto strategico perché confina col comune di Pollena Trocchia e con quello di Volla, e in origine si estendeva su trentasei moggi, ma negli anni Novanta, per eseguire i lavori dell’attuale raccordo che collega Casoria con i paesi vesuviani, furono espropriati sei moggi di terra. Oggi, purtroppo, versa in uno stato di totale abbandono". A parlare è Raffaele Rea (classe 1983) che in questa masseria ha trascorso la propria e felice infanzia. "Nella masseria Totaro - continua Raffaele - erano tutti parenti e si contavano una dozzina di nuclei familiari: i matrimoni avvenivano con persone delle vicine masserie, in modo da restare in stretto contatto e questo perché prima ci si aiutava gli uni con gli altri. Nella masseria, poi, non vi era una cappella e tutte le domeniche le persone del luogo andavano a piedi fino a Caravita per partecipare alla Santa Messa. I valori della condivisione e della solidarietà erano molto forti e soprattutto genuini. Se guardo a cose che accadono quotidianamente tutti i giorni sono portato a pensare che oggi c'è molto egoismo".

(la masseria Totaro in un dipinto di Sabatino Rea)
 
Raffaele Rea, anche nella masseria "Totaro", come in altre simili comunità contadine, le persone si aiutavano tra di loro?

Personalmente, ricordo che da piccolo vedevo che in questa masseria tutto si faceva in comune: il vino, le conserve di pomodoro, il pane e addirittura il bucato.

 

In che modo si faceva il bucato?

Una volta alla settimana tutte le donne della masseria si riunivano attorno alla “peschiera”, che era una enorme vasca piena d'acqua, e conversavano e facevano il bucato. La "pescheria" veniva usata anche per lavare la verdura.

 

Oltre ai lavori agricoli, le persone della masseria "Totaro" allevavano anche animali?

Sì, ricordo che c'erano tanti animali come mucche da latte, cavalli da lavoro, maiali e animali da cortile come le galline. Vorrei sottolineare che in passato gli animali erano molto rispettati e, per certi aspetti, un animale come il cavallo riceveva più attenzioni rispetto ad un essere umano. Una curiosità: da mio padre ho saputo che per raggiungere la camera da letto dei miei nonni, bisognava attraversare la stalla del cavallo. Un piacevole ricordo che porto dentro di me è la cucina alimentata a legno utilizzata per cucinare il cibo. 

 

In passato le masserie erano centri di cultura contadina, mentre oggi molti di questi edifici sono abbandonati e pieni di rovi...

Purtroppo è così. Anche la masseria Totaro un tempo era molto conosciuta, perché dove c’erano gli animali c’era sempre lavoro di conseguenza si trovava sempre del cibo. La mia nonna, venuta a mancare nel 2010 all’età di 92 anni, per guadagnarsi qualche soldo vendeva il latte delle sue mucche, ma questa vendita al dettaglio poté farla finché la Legge glielo consentì. Insomma, dalle informazioni che ho raccolto, credo che nelle masserie si potesse vivere bene e tutti godevano di una buona salute, anche se non sono mancate tante sofferenze dovute alla guerra, ai terremoti e anche alle eruzioni del Vesuvio, come quella del 1944. 


(a cura di Carlo Silvano) 

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Per informazioni sul libro cliccare su La bambina della masseria Rutiglia


mercoledì 16 settembre 2020

Pollena Trocchia, Diamo voce ai cittadini

POLLENA TROCCHIA – “Sono nata a Pollena Trocchia e in questo comune ho trascorso gli anni della mia infanzia; in seguito mi sono trasferita in un paese vicino, ma negli anni Ottanta sono tornata a viverci stabilmente”, a parlare è Francesca (nome di fantasia), una persona che conosco bene e che ho avuto spesso modo di confrontarmi quando negli anni Novanta seguivo la politica locale come corrispondente di alcuni quotidiani, “La città” e “Il giornale di Napoli”, e settimanali, “Enne” e “Metropolis”. La presente intervista nasce da una fruttuosa conversazione telefonica con “Francesca” che, in verità, avrebbe voluto dichiararsi col proprio nome e cognome, ma ho preferito – conoscendo il suo spirito battagliero – relegarla nell’anonimato. Con “Francesca” si affrontano diverse problematiche locali viste da una semplice cittadina che conosce molto bene la realtà locale, e le sue risposte devono – a mio avviso – essere recepite come un contributo utile ad affrontare i problemi quotidiani della cittadinanza e cercare di migliorare la qualità della vita della nostra Pollena Trocchia. 

Francesca, secondo te, per quanto riguarda la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, quali sono i punti critici del territorio comunale?

Dal mio osservatorio vedo che riguardo alla sicurezza e all’incolumità dei cittadini molte persone, anche alcuni adolescenti, sono state rapinate e sono tanti i furti nelle abitazioni…

Quali sono le zone più colpite?

Le rapine si registrano in particolare nei pressi della stazione della Circumvesuviana, mentre i furti nella zona del rione Micillo. Inoltre, alcune zone del paese, come piazza Amodio, sono diventate il luogo di ritrovo di adolescenti che non dimostrano alcun rispetto per le persone e per le cose…

In che senso?

Compiono atti di vandalismo e recano un grande disturbo ai residenti soprattutto nelle ore notturne. Quello che emerge è, pertanto, una totale mancanza di civiltà.

Non c’è il rispetto per le regole…

Il rispetto delle regole è completamente assente.  

Ci sono episodi particolari che puoi raccontarmi?

Assistere ad atti di inciviltà a Pollena Trocchia, soprattutto nelle zone di maggiore affluenza ai servizi pubblici, è ormai all’ordine del giorno. Si rileva costantemente una mancanza di rispetto per l’ambiente e per gli spazi pubblici e privati. Ripetuti danni a beni pubblici, come alle panchine e alla segnaletica stradale, il non utilizzo degli appositi cestini con conseguente presenza di rifiuti, e ciò nonostante l’ottimo lavoro svolto quotidianamente dagli operatori ecologici, la mancata raccolta da parte dei padroni degli escrementi dei loro animali domestici, sono solo alcuni esempi di inciviltà in questo comune. Piazza Amodio, è ormai noto, è diventata un campo di calcio che mina spesso l’incolumità dei passanti. 

Ogni tanto a Pollena Trocchia si parla di sollecitare le istituzioni preposte ad aprire una caserma dei Carabinieri…

Dal mio punto di vista, vedo che la debole presenza delle forze dell’ordine a Pollena Trocchia, sia vigili urbani che carabinieri, e in modo particolare proprio l’assenza di una caserma sul territorio, è molto sentita e probabilmente è una delle ragioni per le quali molti cittadini si sentono liberi di comportarsi senza controllo e senza regole.

Nella zona in cui abiti percepisci il cattivo odore di plastica bruciata che molti cittadini affermano di sentire soprattutto di notte? Che “voci” ci sono su queste combustioni?

Sebbene in molti affermino di percepire cattivo odore di plastica bruciata, personalmente non ne rilevo la presenza da molto tempo. Ciò che invece avverto in modo persistente è il cattivo odore dovuto probabilmente alla rete fognaria ed eventuali scarichi abusivi nell’alveo che scende dal Carcavone. 

Da diversi anni c’è un acceso dibattito sulla questione dell’ospedale “Raffaele Apicella” e sono tanti i cittadini che sollecitano almeno la riapertura del Pronto soccorso…

Penso che per Pollena e per i paesi limitrofi la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Apicella, realtà presente sul territorio almeno dagli anni Cinquanta, sia stata una grande perdita e, chiaramente, una riapertura sarebbe opportuna. 

Al rione Micillo come si presenta – vista con gli occhi di una semplice cittadina - l’ex convento delle monache Carmelitane?

L’ex convento sito in via Kennedy è risultato un altro spreco di denaro pubblico. Acquistato negli anni Novanta da privati e successivamente dall’ASL per farne un organo continuativo dell’ospedale Apicella, è ad oggi soltanto un rudere, di vaste dimensioni, abbandonato, circondato da un giardino tanto ampio quanto incolto. Mi auguro che venga recuperato quanto prima e messo a disposizione della collettività: in questo grande edificio ho sempre sognato la realizzazione di una struttura adibita all’accoglienza dei cittadini. Farne una villa comunale che possa includere servizi vari, come una biblioteca e delle strutture sportive, così da realizzare un luogo di aggregazione per tutte le fasce di età, ma se nessuno si attiverà mai per realizzarne un progetto valido, resterà, purtroppo, solo una mera utopia! 

(a cura di Carlo Silvano)

Le foto sono recenti e riguardano la zona di piazza Amodio.

lunedì 7 settembre 2020

Le masserie, roccaforti della civiltà contadina

Pollena Trocchia - Negli anni Novanta ebbi modo di consultare i libri dell’archivio parrocchiale della chiesa di San Giacomo Apostolo il Maggiore di Pollena e, soprattutto dai Libri di battesimo, ebbi modo di ricavare i nomi di alcune contrade, come Stucchio e Caravita, e di tante masserie come Filichito (attualmente nel comune di Volla), Contepiatto (o Contepiatti), Miranda, Attingente, Monte Oliveto Grande e Monte Oliveto Piccolo, Scoppettuolo, Girace, Duca della Regina alli Santi e Sferruccio. Dai Libri dei defunti ebbi modo, invece, di scoprire i nomi di masserie come quella di San Tommaso e del Forno Nuovo, mentre da altre fonti i nomi delle masserie Puzzillo, Iorio, Crescuolo e D’Amico.
In generale, le masserie si presentavano come edifici dotati di locali adibiti ad ospitare le famiglie dei contadini, di un forno per la cottura del pane, una o più cisterne da cui attingere acqua potabile, stalle, cantine e depositi vari. Fulcro della vita di queste comunità rurali era il cortile, situato al centro dell’edificio e sui cui si affacciavano le finestre delle case dei contadini. Nelle masserie, circondate dai campi, si poteva trovare una cappella o almeno un’edicola votiva. 
Anche nell’area vesuviana le masserie hanno svolto – fino a pochi decenni fa – il ruolo di roccaforti della civiltà contadina, con uno stile di vita legato al trascorrere delle stagioni, con la trasmissione delle conoscenze e delle tecniche agresti, con una religiosità semplice e profonda, una cucina basata ad utilizzare tutte le risorse della terra e ad evitare lo spreco del cibo e, non ultimo, un enorme bagaglio culturale e sapienziale che si esprimeva soprattutto attraverso aneddoti e proverbi.
Oggi è importante continuare a recuperare le antiche masserie non solo perché rappresentano un esempio architettonico sviluppatosi sulla ricerca dell’essenziale, ma anche perché in questo nostro tempo abbiamo bisogno di fare nostri certi valori che possono aiutarci a migliorare come persone, e a trovare in noi quella serenità che spesso i nostri avi avevano quando dovevano affrontare i tempi bui della loro esistenza.

(a cura di Carlo Silvano)


"La bambina della masseria Rutiglia" è un romanzo breve ambientato tra i comuni vesuviani di Pollena Trocchia e Cercola durante la Seconda guerra mondiale.
Per ulteriori informazioni cliccare su: La bambina della masseria Rutiglia



"Una ragazza da amare", romanzo breve ambientato in un liceo classico a Napoli negli anni Ottanta.
Per ulteriori informazioni cliccare su: Una ragazza da amare



domenica 6 settembre 2020

SINDACO CARLO ESPOSITO, PER L’OSPEDALE “APICELLA” PUNTIAMO SULLA SPECIALIZZAZIONE

arch. Carlo Esposito, Sindaco di Pollena Trocchia

POLLENA TROCCHIA – A giugno 2018 l’arch. Carlo Esposito è stato eletto Sindaco della cittadina vesuviana e con l’intervista che segue si è cercato di mettere a fuoco alcuni problemi che, purtroppo, si trascinano da decenni per cercare una soluzione e migliorare la qualità della vita dei pollenatrocchiesi. 
Sindaco Carlo Esposito, a Pollena Trocchia ci sono tre persone – Francesco Pinto, Simona Pesce e Titti Celentano – che si sono candidate per il rinnovo del Consiglio regionale. In merito al futuro del presidio ospedaliero “Raffaele Apicella” lei, come Sindaco, quale sostegno si aspetta dai futuri eletti in Consiglio regionale?
Innanzitutto, ritengo giusto precisare che ai tre della prima ora se ne è aggiunto un quarto nella persona di Armando Lanza, anch’egli candidato al Consiglio regionale della Campania.
Il presidio ospedaliero “Raffaele Apicella” ha conosciuto momenti di grande efficienza, ma erano tempi diversi con un sistema sanitario diverso e, principalmente, con una medicina diversa. Per cui non credo sia ipotizzabile che l’ospedale Apicella torni ad essere un nosocomio multi-specialistico così com’era dieci o quindici anni fa. La forte specializzazione della medicina moderna non consente generalizzazioni. 
Cosa fare allora?
L’ideale sarebbe quello di individuare due branche specifiche attorno alle quali attrezzare il nosocomio, puntando all’alta specializzazione ed evitando in tal modo sovrapposizioni e, perché no, anche la “concorrenza” con le altre strutture ospedaliere. 
Ad esempio?
Si potrebbe ad esempio puntare sulla senologia, che già oggi vanta risultati di tutto rispetto, ma anche attivare una unità di riabilitazione e, non ultimo, si potrebbe organizzare una unità di radioterapia oncologica acquistando un acceleratore lineare. La parte non ultimata potrebbe, infine, essere finalmente completata e destinata, ad esempio, ad hospice. Diverse potrebbero essere le possibilità, importante che siano coerenti col piano sanitario della Regione e della ASL in particolare. Questo mi aspetto dai futuri eletti al Consiglio regionale, non demagogia o promesse vaghe, concretezza e coerenza di scelte con quelle che sono le potenzialità e le possibilità di rifunzionalizzazione dell’ospedale Apicella.

Sindaco Esposito, parliamo ora della sicurezza dei cittadini. Attualmente quanti agenti sono in forza al Comando di Polizia locale e in che modo si riesce a fronteggiare il controllo del territorio comunale?
Attualmente il comando di polizia locale si compone di tre unità, compreso il comandante. Sono già state avviate e concluse le procedure di mobilità per l’assunzione di un altro agente che prenderà servizio a fine mese di settembre, contiamo inoltre, per novembre-dicembre, di concludere l’assunzione di un altro agente attingendo alle graduatorie valide di altri Comuni della provincia di Napoli al fine di limitare al massimo i tempi. Purtroppo, non è semplice fronteggiare le varie problematiche che investono il territorio comunale, anche in ragione del fatto che le incombenze, anche di carattere amministrativo cui le forze di polizia locale sono chiamate ad adempiere, è notevole. La collaborazione con le altre forze dell’ordine – come Carabinieri, Carabinieri ambientali e Polizia di Stato – è notevole e questo in parte sopperisce alla scarsità di personale. 
Sono tanti i cittadini che – attraverso i social – denunciano la presenza di fumi nocivi nell’aria soprattutto di notte. Si riesce a capire qualcosa su questa penosa situazione? E in che modo si può intervenire?
Già un anno fa istituimmo un tavolo di lavoro, col vicino Comune di Sant’Anastasia, al quale parteciparono anche i Carabinieri ambientali e le forze di Polizia locale. Diversi sono stati i pattugliamenti notturni da parte delle forze dell’ordine. Purtroppo, i risultati sono stati scarni, non si è riuscito, almeno finora, da arginare il problema venendone al capo. Anche perché non si è riuscito ad individuare un luogo, per quanto vasto, di origine dei fumi. Si sta comunque continuando ad indagare e a monitorare il territorio.
Quali collaborazioni si possono ipotizzare con i Comuni limitrofi in modo da fronteggiare la mancanza di personale municipale?
La vicinanza territoriale e la stretta connessione della conurbazione degli abitati dei comuni della cinta metropolitana di Napoli, quali Pollena Trocchia, Cercola e Massa di Somma, ma anche San Sebastiano al Vesuvio e Sant’Anastasia, sono tali che essi siano accomunati da diverse problematiche che spaziano dalla condivisione di arterie stradali alla gestione della circolazione stradale al fenomeno del randagismo per finire all’abbandono dei rifiuti. Oltre a ciò le strutture amministrative dei diversi Comuni sono tutte sotto organico, ragion per cui risulta sempre più complesso e lento dare le adeguate risposte alla cittadinanza. 
Diverse comunque sono state le collaborazioni avviate con altri Comuni contermini, il più delle volte finalizzate alla partecipazione a bandi per l’assegnazione di finanziamenti statali e regionali. In tali condizioni l’ideale è sempre quello di attuare protocolli di collaborazione attraverso i quali regolamentare l’esercizio di alcune funzioni come, ad esempio, potrebbero essere quelle demandate alla Polizia locale. 
E’ stato già fatto qualche approccio in tal senso?
Sì, è stato intrapreso col vicino comune di Massa di Somma, ma è stato giusto un approccio il cui seguito non è immediato: molto spesso bisogna superare le reciproche diffidenze, ma anche i personalismi che sono frutto, il più delle volte, di una mentalità retrograda, non al passo coi tempi e con la realtà che oggi si vive sui comuni.
Sindaco Esposito, parliamo ora di una situazione molto dolorosa: alcuni anni fa, una ragazza ha perso la vita durante un temporale e con l’allagamento di via Apicella… C’è il rischio che tragedie del genere possano ripetersi?
La morte di quella ragazza fu una tragedia immane. Una serie di concause generarono l’irreparabile tragedia ma, soprattutto, l’eccezionale evento meteorologico, senza eguali nella memoria dei pollenatrocchiesi, per altro non previsto dal servizio meteorologico e dal bollettino previsionale diramato dalla Giunta regionale della Campania, che trasformò via Apicella in un fiume in piena ed a cui si aggiunse l’incauta discesa dall’auto da parte della ragazza e dell’amica che era con lei, la quale per fortuna rimase illesa. Oggi la prevedibilità degli eventi meteorologici è di gran lunga più precisa e la Regione Campania ha istituito un sistema di allerta meteo gestito dalla Protezione civile regionale, per cui ci si organizza per tempo e la stessa popolazione è avvisata degli eventi. Ovviamente quanto successo qualche settimana fa in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige o anche nella città di Palermo poco più di un mese fa, ci deve essere da monito circa la imprevedibilità dell’intensità con la quale gli eventi meteorologici si possono manifestare, e ci spinge ad avere massima attenzione sulle condizioni delle infrastrutture pubbliche, cioè strade, fogne, caditoie, in modo da limitare, nei limiti del possibile, conseguenze dannose.
In questo momento quali sono i punti critici della viabilità comunale e che potrebbero essere teatro di tragedie?
Allo stato attuale non si ravvisano punti particolari della viabilità comunale che potrebbero essere fonte di tragedie. La conformazione del territorio e la struttura della rete fognaria e degli alvei è tale per cui è da escludersi che possano verificarsi simili tragedie. Poi, rimane sempre l’imponderabile, come dicevo prima e l’agire umano, non sempre logico e conseguenziale delle condizioni che si generano al suo intorno.

Come ultima domanda le chiedo: quale futuro si prospetta per gli impianti sportivi di via Esperanto?
Gli impianti sportivi di via Esperanto sono ubicati su di un’area che solo di recente è stata acquisita al patrimonio del Comune, dopo una lunga vicenda giudiziaria avviata dagli ex proprietari, in quanto all’occupazione dell’area non seguì l’esproprio, anche se l’impianto sportivo fu regolarmente realizzato, e quindi pretesero, ed ottenuto, un risarcimento economico per l’ingiusta occupazione. L’area oggetto di acquisizione comprende l’attuale parte occupata dagli impianti sportivi e quella adiacente utilizzata settimanalmente dal mercatino. Su questo unicum territoriale l’Ufficio tecnico sta elaborando, ma siamo alle fasi finali di computazione dei costi, un progetto di riqualificazione e potenziamento dell’intero complesso, che prevede un ampliamento dell’offerta in termini di servizi, sia di natura strettamente sportiva, sia di intrattenimento tout cour. In altri termini, l’idea è quella di creare un attrattore, un punto di riferimento del territorio, capace di organizzare eventi non solo a carattere sportivo. 
(a cura di Carlo Silvano)
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano (Cercola 1966), autore di diversi libri.



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