venerdì 30 maggio 2025

"La figlia del professore" (romanzo): uno sguardo sociologico

 

Uno sguardo sociologico

su La figlia del professore

Ho scritto La figlia del professore come un romanzo (sarà pubblicato entro giugno 2025), ma fin dalle prime pagine ho sentito che stavo attraversando anche territori propri della riflessione sociologica. In fondo, ciò che racconto è il declino di due vite individuali intrecciate ai mutamenti profondi della società italiana degli ultimi decenni: la delusione politica, l’erosione delle istituzioni educative, la trasformazione della famiglia e il vuoto culturale che ne consegue.

Dal punto di vista della sociologia dei mutamenti culturali, il romanzo esplora il passaggio da un’epoca segnata da ideologie forti e impegni collettivi — come quella vissuta dal professore nella sua giovinezza — a una società sempre più individualizzata, liquida, priva di riferimenti stabili¹. L’uomo che un tempo credeva nella scuola come presidio civile e nella politica come strumento di giustizia sociale si ritrova smarrito in un mondo dove le promesse del progresso si sono sbriciolate.

In chiave di sociologia politica, il romanzo mette in scena un’analisi quasi autoptica della degenerazione morale di una certa Sinistra italiana. Il protagonista ha visto il suo partito abbandonare i principi in nome del potere, ha taciuto per non “sporcare” la causa, ed è diventato — senza volerlo — complice di ciò che aveva sempre combattuto². È un tema, questo, che riguarda molte esperienze politiche europee, in cui la distanza tra i gruppi di potere e le periferie sociali ha finito per alimentare il rancore e l’apatia.

Dal punto di vista della sociologia dell’educazione, il romanzo interroga direttamente il senso della scuola. Il professore ha dedicato la sua vita all’insegnamento, credendo di poter lasciare un’impronta sui giovani. Ma nel confronto con la propria figlia — una ragazza cresciuta nel vuoto affettivo, che si prostituisce per pagarsi la droga — si accorge che il sapere da solo non salva, se manca una rete di senso, se l’educazione non è anche affetto, ascolto, testimonianza³.

Il fallimento educativo non riguarda solo la sua esperienza familiare, ma anche un sistema più ampio, in cui l’istruzione ha perso la sua funzione emancipatrice, riducendosi spesso a meccanismo burocratico o di selezione sociale⁴.

Infine, il cuore più profondo del romanzo tocca la sociologia della famiglia. Non esistono famiglie “normali” nel libro, ma solo legami spezzati, interrotti, dimenticati. Il rapporto tra il professore e sua figlia è il simbolo di una generazione di padri che, pur avendo buone intenzioni, non è riuscita a costruire un dialogo autentico con i propri figli⁵.

La loro incomunicabilità è il riflesso di un impoverimento affettivo che attraversa molte realtà contemporanee: famiglie disgregate, madri assenti, padri inadeguati, figli che non trovano più casa nemmeno tra le mura domestiche.

La figlia del professore non pretende di offrire soluzioni. Ma pone domande, e credo che oggi sia già molto. A chi si occupa di sociologia, forse interesserà questa narrazione perché, nella sua finzione letteraria, restituisce il peso del vissuto reale, le tensioni di fondo che animano le nostre trasformazioni sociali. In definitiva, questo romanzo è anche un tentativo di raccontare cosa accade quando gli ideali pubblici si svuotano e i legami privati si spezzano: resta il bisogno, profondamente umano, di non essere soli⁶.

 

Note

  1. Z. Bauman, Modernità liquida, Laterza 2002; U. Beck, La società del rischio, Carocci, 2000.

  2. Cfr. F. Cassano, Il pensiero meridiano, Laterza 1996; F. Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, Rizzoli, 1992.

  3. P. Freire, Pedagogia degli oppressi, EGA 1971; E. Morin, La testa ben fatta, Raffaello Cortina, 2000.

  4. P. Bourdieu, J.-C. Passeron, La riproduzione. Elementi per una teoria del sistema di insegnamento, Guaraldi 1972.

  5. P. Donati, M. Scabini, Famiglia: soggetto sociale, Edizioni San Paolo 1990.

  6. F. Ferrarotti, La sociologia come esperienza, Armando 1999.

     

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    Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul collegamento che segue della libreria "La Feltrinelli": Libri di Carlo Silvano su Feltrinelli

martedì 20 maggio 2025

Non tutti i pinguini sono gay, ma il gorilla è un vero Don Giovanni

 


Non tutti i pinguini sono gay, 

ma il gorilla è un vero Don Giovanni (1)

Soprattutto nei social dove si dibattono con fervore questioni sociali di grande importanza, emerge una teoria degna di nota: l’omosessualità deve essere accettata perché esistono alcuni pinguini che la praticano. Ebbene sì, lo sapevate? Alcuni pinguini sono gay! Questa sorprendente rivelazione non solo ci costringe a rivedere le nostre idee sulla vita animale, ma ci fornisce anche una guida morale per modellare le nostre società umane. Perché, come tutti sappiamo, se lo fa un pinguino, allora dobbiamo farlo anche noi. 

 Quindi, care lettrici e lettori, tenetevi stretti ai vostri cappelli di lana, perché il safari filosofico nel mondo delle creature pelose e pennute non si ferma qui. Se dobbiamo accettare l’omosessualità sulla base delle tendenze sessuali di una minoranza di pinguini, allora cosa dovremmo fare con le altre abitudini amorose degli animali? C’è un intero bestiario di comportamenti sessuali e relazionali pronti a dettarci la legge. Ad esempio, sapevate che i gorilla, gli gnu e persino il simpatico diavolo della Tasmania, non solo praticano la poligamia, ma la portano avanti con uno zelo che fa­rebbe arrossire perfino il più scapestrato Casanova? 

 Ora, non fraintendetemi. Se un pinguino decide di condividere il suo igloo con un altro pinguino dello stesso sesso, chi siamo noi per giudicare? Magari è semplicemente stanco delle pinguine che lo ignorano. Forse ama le lunghe conversazioni sul ghiaccio o le sessioni di nuoto sincronizzato. Tuttavia, dovremmo essere coerenti. Se la vita amorosa del pinguino ci detta nuove norme sociali, allora, cari amici, non possiamo ignorare il resto del regno animale. 

 Prendiamo i gorilla, ad esempio. Questi gentili giganti non solo praticano la poligamia, ma la considerano una necessità della vita. Il capo del branco, noto per la sua forza e saggezza, ha l’onere di mantenere una collezione di compagne, ognuna con esigenze e aspettative diverse. E mentre noi umani ci dibattiamo tra monogamia, appuntamenti online e dilemmi amorosi, il gorilla ha capito tutto: più compagne, più divertimento. Certo, gestire una casa con una moglie è già una sfida per molti, ma immaginate di avere un harem da gestire. Forse i gorilla sanno qualcosa che noi non sappiamo. 

 E poi c’è lo gnu, che corre libero nelle pianure africane, non vincolato da inutili concetti umani come la fedeltà coniugale. Per lo gnu, la poligamia non è solo accettata, è la norma. E vogliamo parlare del Diavolo della Tasmania? Un animale che, nonostante il nome infernale, ha una vita sentimentale a dir poco tumultuosa. Si accoppia con chi vuole, quando vuole, senza preoccuparsi delle aspettative sociali o della morale comune. E quindi, se dobbiamo emulare i pinguini, perché non anche i gorilla, gli gnu o i diavoli della Tasmania? 

 In conclusione, se vogliamo prendere lezioni di etica sessuale dal regno animale, allora dobbiamo essere onesti e includere tutti i comportamenti nella nostra nuova guida morale. La natura è una maestra meravigliosa, ma anche terribilmente confusa. Ci insegna che la monogamia è sopravvalutata, che la fedeltà è opzionale, e che, se un pinguino può essere gay, allora un gorilla può avere un intero harem senza sentirsi minimamente in colpa. La vera domanda è: siamo pronti ad accogliere tutte queste lezioni nella nostra società? Dopotutto, se la natura è il nostro guru morale, allora dobbiamo seguirla fino in fondo. Ma ricordate, non tutti i pinguini sono gay, e non tutti gli umani sono pronti a vivere come un gorilla o un diavolo della Tasmania.
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(1) brano tratto dal volume "Non tutti i pinguini sono gay... e altre storie", di Carlo Silvano, ed. Youcanprint 2024, isbn 9791222760773, pp. 34-37.

Il volume si può ordinare in tutte le librerie fisiche e on-line come, ad esempio, Il Libraccio al seguente collegamento: Libreria Il Libraccio